Modena, 14 settembre 2011
Egregio dottor Marchionne,
dopo le Rsu Maserati, siamo a scriverLe come organizzazione sindacale per ribadire l’inquietudine dei 600 lavoratori della Maserati dello stabilimento di via Ciro Menotti di Modena.
Quegli stessi lavoratori, che in questi anni con il loro lavoro, la loro professionalità hanno ridato slancio e prestigio allo storico marchio del tridente e hanno ulteriormente contributo a fare conoscere Modena nel mondo come terra dei motori.
Nella lettera inviata ieri, le Rsu chiedono un incontro, per avere da Lei, Amministratore Delegato di Fiat, risposte in merito alla continuità produttiva del loro stabilimento.
Ribadiamo che non si può lasciare un intero stabilimento nell’incertezza e, come hanno ben scritto le Rsu, nella precarietà. Perché quando si lavora in un’azienda e/o in uno stabilimento dove non si ha certezza della continuità produttiva, tutti i lavoratori impiegati o operai, di fatto diventano precari.
Quella stessa precarietà che oggi affligge tanti giovani, con contratti a termine, o tanti lavoratori e le loro famiglie, come quelli di Temine Imerese, che non hanno più certezze del loro futuro.
Vogliamo anche dirLe, dottor Marchionne, che riteniamo sbagliato e non corretto nei confronti di quei lavoratori, che si apprenda della produzione di un Suv Maserati nell’impianto di Jefferson North a Detroit o della produzione della Maserati di segmento E in quel di Grugliasco e nello stesso tempo, non ci si confronti con le rappresentanze sindacali dei lavoratori a Modena, sui futuri piani industriali per Maserati.
Anche la Fiom/Cgil di Modena, come la RSU della Maserati è convinta che un confronto sul futuro dello stabilimento sia inderogabile. Un confronto che dia le risposte che i lavoratori si attendono su prospettive di continuità occupazionale e produttiva su modelli Maserati di alta gamma, a partire dalla nuova quattro porte.
Segreteria Fiom/Cgil Modena