15 Lug 2022 fiom, maserati, piano occupazionale, stellantis,
Colti dai gridi trionfali usciti recentemente sulla stampa per le prospettive di Maserati Auto Modena non smettiamo di esprimere preoccupazioni e dubbi.
La Fiom Cgil unitamente alla Rsa ha preannunciato all’impresa la richiesta di un incontro per ricevere aggiornamenti sull’andamento e le prospettive occupazionali che, da quanto apprendiamo ora solo a mezzo stampa, non dovrebbero essere cattive notizie.
Lo stabilimento modenese di Maserati ha aumentato i propri volumi produttivi e sentiamo parlare di un 2022 con oltre 1.000 auto prodotte, e la progettazione e ricerca del sito di via Emilia Ovest, leggiamo dalla stampa, sarà oggetto di nuovi investimenti da parte di Stellantis.
Ma il Gruppo Stellantis ancora chiede alle Organizzazioni Sindacali a livello nazionale la condivisione di accordi su uscite incentivate. Dal 2021 ad oggi, sono 4.000 lavoratori in meno, e l’ultimo accordo per l’uscita di altri 1.820 lavoratori non è stato condiviso dalla Fiom Cgil. Non può esserlo se non accompagnato da un serio confronto sulle competenze professionali che devono accompagnare la transizione ecologica e un reale ricambio generazionale.
Senza un piano occupazionale serio Stellantis è semplicemente protagonista primo della riduzione della produzione di auto nel nostro paese e del conseguente calo di occupati nel settore e in tutto l’indotto.
Maserati Modena produce la MC20, non altri modelli, quali prospettive per un futuro a lungo termine?
Lo stabilimento di Modena che ora conta circa 200 operai per portare a termine l’obbiettivo di 1.000 auto in un anno, solo pochi anni fa contava una produzione di oltre 20 auto al giorno, ora sono 6 o 7 auto al giorno, ed occupava oltre 300 operai quotidianamente impegnati a produrle. Ora lo stabilimento modenese non sarebbe più strutturalmente in grado di farle.
Ripercorrendo poi la storia, la produzione in Maserati ha toccato anche picchi di 9.000 auto all’anno tra la fine degli Anni Novanta e i primi Anni Duemila.
Ricerca e sviluppo fa invece parte, temiamo, degli innumerevoli successi della decantata Motor Valley, nella quale spesso si nasconde, non come è facile pensare, il futuro di un’occupazione di alto livello sul territorio, ma più probabilmente il continuo via vai di tirocini di tecnici e ingegneri.
Non lavoratori e occupazione, ma giovani che alla ricerca della possibilità di dotarsi di un’esperienza spendibile su altri mercati impiegano, per periodi o progetti, le proprie conoscenze e competenze, senza nemmeno poter vantare…un lavoro, un versamento contributivo o l’appartenenza alla comunità in cui si trovano.
La Fiom Cgil di Modena non smetterà di chiedere a Maserati certezze sulle prospettive, che non devono essere solo di immagine, ma di occupazione, lavoro vero, e stabilità.
Stefania Ferrari, segretaria Fiom Cgil Modena