28 Feb 2013
Il 19 febbraio, un’equipe di Medici per i Diritti Umani (MEDU) è tornata a visitare a distanza di un anno il centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Via Mattei a Bologna, riscontrando la totale inadeguatezza della struttura a garantire la dignità umana dei migranti trattenuti. Le condizioni igienico sanitarie e strutturali del centro appaiono inaccettabili. Gli operatori di MEDU che hanno effettuato la visita si sono trovati di fronte alla mancanza dei minimi requisiti di vivibilità delle zone riservate ai trattenuti. . Ad un anno di distanza dalla prima visita è stato riscontrato un ulteriore scadimento nella fornitura di servizi e beni primari.
A questa situazione cui si aggiunge la mancanza pressoché totale di attività ricreative. E’ da rilevare peraltro che dallo scorso novembre il Consorzio Oasi è subentrato nella gestione della struttura, aggiudicandosi l’appalto con un ribasso del budget pro die per trattenuto dai precedenti 69,50 euro agli attuali 28,50 euro. Appare peraltro preoccupante anche la situazione di disagio espressa dagli operatori dell’ente gestore, sia a causa del costante sforzo di mantenere sotto controllo una situazione esplosiva sia per i frequenti episodi di aggressione a cui sono esposti.
Le condizioni di degrado del Cie di Bologne sono state accertate anche dalla Asl bolognese. A seguito di quanto riscontrato dall’Azienda sanitaria locale, è stata chiesta da più parti la chiusura della struttura.