11 Feb 2013
MEDU:”CIE INEFFICACI E COSTOSI. PORRE LA QUESTIONE
DEL SUPERAMENTO NEL DIBATTITO ELETTORALE”
di Ciro Spagnulo
I Cie sono strutture inefficaci, costose e, soprattutto, luoghi dove manca il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona. Lo dicono inchieste, rapporti, sentenze. L’inutilità dei Centri di Identificazione ed Espulsione è confermata anche dai dati della Polizia di Stat che MEDU (Medici per i Diritti Umani) ha raccolto in un report (http://www.mediciperidirittiumani.org/comunicato_30_gen2_13.html). Secondo i dati forniti dalla Polizia di Stato, nel 2012 sono stati 7.944 (7.012 uomini e 932 donne) i migranti trattenuti in tutti i centri di identificazione ed espulsione (CIE) operativi in Italia, ma di questi solo la metà (4.015) sono stati effettivamente rimpatriati, il 50,54%. Inutili le strutture e inutile, dunque, la norma che nel giugno 2011 ha esteso la durata massima del trattenimento da 6 a 18 mesi proprio con il fine di un miglioramento nell’efficacia delle espulsioni. A sottolineare ulteriormente l’ inutilità della norma c’è pure il dato dell’incremento delle espulsioni: +2,3% rispetto al 2010 e +0,3% rispetto al 2011. “Per di più, se si compara il numero effettivo di rimpatri effettuati nel 2008 (anno in cui i termini massimi di trattenimento erano ancora di 60 giorni) con quello del 2012, si registra una flessione da 4.320 a 4.015”. Ancora, il numero complessivo dei migranti rimpatriati attraverso i CIE nel 2012 risulta essere l’1,2% del totale degli immigrati in condizioni di irregolarità presenti sul territorio italiano (326.000 secondo le stime dell’ISMU al primo gennaio 2012).
“Se dal punto di vista della rilevanza dei numeri e dell’efficacia, la detenzione amministrativa si conferma essere uno strumento sostanzialmente fallimentare nel contrasto dell’immigrazione irregolare, il prolungamento del tempo massimo di detenzione nei CIE ha invece drammaticamente peggiorato le condizioni di vita dei migranti all’interno di queste strutture”, denuncia MEDU, che ha “sistematicamente” riscontrato tale realtà durante le visite effettuate nei CIE nel corso dell’ultimo anno “e confermata dagli stessi enti gestori e, sovente, anche dai rappresentanti delle Prefetture”. Al riguardo, il giudizio dei responsabili degli enti gestori dei 10 Cie monitorati è pressoché unanime. “Tale misura ha infatti seriamente compromesso la gestione complessiva dei centri causando gravi problemi organizzativi, logistici e sanitari. A conferma dell’aggravamento del clima di tensione e dell’ulteriore deterioramento delle condizioni di vivibilità all’interno dei centri di identificazione ed espulsione, vi sono le numerose rivolte e fughe che si sono verificate nel corso dell’anno appena trascorso: nel 2012 sono stati 1.049 i migranti fuggiti dai CIE, vale a dire il 33% in più rispetto al 2011”.
Per Medici per i Diritti Umani è necessario riportare la questione del superamento dei CIE nel dibattito elettorale in corso. “Le gravi e ripetute violazioni dei diritti umani dei migranti – ancor più dell’evidente inefficacia dei centri di identificazione ed espulsione – impongono una radicale revisione dell’attuale sistema di detenzione amministrativa”, afferma MEDU, che così conclude: “Tale revisione non può che avvenire nell’ambito di una profonda riforma della legge ‘Bossi-Fini’ che porti a politiche migratorie atte a garantire reali possibilità di ingresso regolare e di inserimento sociale. Su questi argomenti è quanto mai urgente che le forze che si candidano a governare l’Italia si esprimano con la dovuta chiarezza.
CIE, SALUTE E DIGNITA’ UMANA
di Mohcine El Arrag
“Ci sono forme di privazione della libertà personale in ogni Stato, che, sotto un’apparenza di necessità, si rivelano ingranaggi incomprensibili ed iniqui. La cui supposta utilità non regge al vaglio della ragionevolezza e del buonsenso. La cui natura si scontra palesemente con i principi fondanti di una stessa collettività. Uno Stato di diritto, una cultura democratica dovrebbero avere le risorse per emendare tali misure, tanto più quando queste minano il loro bene più prezioso: i diritti fondamentali della persona. La tutela della salute è senz’altro uno di questi diritti ed i centri di detenzione per gli immigrati – i centri di identificazione ed espulsione altrimenti noti come CIE- sembrano essere uno degli iniqui ingranaggi di quest’epoca di veloci trasformazioni e di grandi migrazioni”.
Con queste parole Alberto Barbieri, coordinatore generale di Medici per i Diritti Umani,nel settembre del 2012 denunciava la vicenda di Omar (http://www.mediciperidirittiumani.org/pdf/CIE_la_salute_ela_dignita_umana.pdf) rinchiuso nel Cie di Roma nonostante le sue gravi condizioni di salute. Le stesse parole possono essere usate per denunciare un’altra vicenda esemplare di detenzione incompatibile co lo stato di salute, quella di M., (http://www.mediciperidirittiumani.org/comunicato_30_gen_13.html) giovane migrante sbarcato a Lampedusa nel 2010 e rinchiuso nei Cie da un anno e due mesi senza aver mai avuto guai con la giustizia. Il caso è stato sollevato sempre da Medu, che dopo averlo visitato nel centro di Gradisca di Isonzo ha stabilito la sua incompatibilità con la detenzione e il rischio che il ragazzo si lasci morire. Sia quella di Omar che quella di M. sono purtroppo storie comuni nei Centri di Identificazione ed Espulsione. Sono storie che fanno dubitare della saldezza dei valori di civiltà della nostra democrazia.
http://www.mediciperidirittiumani.org/comunicato_30_gen2_13.
http://www.mediciperidirittiumani.org/pdf/CIE_la_salute_ela_dignita_umana.pdf