MERCATO DEL LAVORO: DAI DATI DELL’OSSERVATORIO PROVINCIALE EMERGE UNA CRISI OCCUPAZIONALE PROFONDA

15 Apr 2011 sciopero,

Modena, 15 aprile 2011

I dati presentati oggi dall’Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia di Modena decretano in modo inequivocabile che la crisi occupazionale è profonda.

Si conferma l’aumento del livello di disoccupazione che nei prossimi mesi potrebbe subire un ulteriore aumento per effetto dell’esaurimento degli ammortizzatori sociali, in particolare Cigs e ammortizzatori in deroga per i quali a oggi non è neppure sicuro il rifinanziamento.

C’è una parte ormai significativa di forza lavoro che una volta espulsa dalle aziende di provenienza non riesce a ricollocarsi a causa di un mercato del lavoro che non consente il riassorbimento in altre realtà di chi è rimasto senza occupazione.

I dati forniti parlano di una fase di ripresa dell’economia nel nostro territorio, alla quale però è altrettanto evidente che non corrisponde una ripresa dell’occupazione che, quando c’è, si caratterizza per l’estrema precarietà: a fronte dell’aumento del tasso di disoccupazione, continua ad aumentare in modo indiscriminato il ricorso a forme di assunzioni precarie, quali i tempi determinati, il lavoro in somministrazione, i contratti di collaborazione o il lavoro a chiamata, che solo in pochissimi casi si trasformano poi in lavoro stabile.

Ciò porta ad un impoverimento dei singoli lavoratori coinvolti, delle famiglie ma anche dell’intero tessuto sociale modenese.

Alla luce di questa situazione serve un’assunzione di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti – associazioni datoriali e sindacali, istituzioni – al fine di individuare gli strumenti che possano, se non invertire da subito la tendenza, quantomeno limitare gli effetti negativi.

Se è vero che è importante investire sulle politiche attive per il lavoro, in particolare su formazione e riqualificazione di chi ha perso il posto, è altrettanto vero che però bisogna agire anche su altri fronti che possano portare una occupazione certa e di qualità.

Le aziende devono smettere di usare i “contratti low cost”: non va bene l’utilizzo indiscriminato e senza limiti di tempo di tutte le tipologie di lavoro “flessibile” disponibili sul mercato, ma è necessario limitare il ricorso solo ad alcune di queste, definendo regole certe. Per quali fini e per quanto tempo, e con quali modalità arrivare poi alla stabilizzazione del rapporto di lavoro, spezzando quindi quel meccanismo perverso per cui un lavoratore può rimanere nella stessa azienda con assunzioni precarie rinnovate senza limiti di tempo.

Contemporaneamente vanno sollecitate tutte quelle misure che possano favorire investimenti sull’innovazione di processo e di prodotto, ricerca, sviluppo di nuove tecnologie, mentre invece il Governo di centrodestra ignora di fatto l’emergenza occupazionale e impoverisce scuola e università con controriforme e pesanti tagli.
Se non si interviene in fretta il rischio concreto è che, anche a Modena, la situazione si incancrenisca con conseguenze pesantissime.
Anche per queste ragioni la Cgil conferma l’importanza dello sciopero generale del prossimo 6 maggio.

Segreteria Cgil Modena

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