29 Gen 2013
di Arturo Ghinelli
La Corte europea dei diritti umani presto dovrebbe emettere una sentenza di condanna contro l’Italia per i respingimenti verso la Grecia.
Ogni anno migliaia di persone, molte di più di quelle che sbarcano a Lampedusa, cercano di raggiungere l’Italia nascondendosi sulle navi che attraversano l’Adriatico. Sono molti di più, ma fanno meno notizia, e probabilmente parecchi ce la fanno. Però le autorità italiane in violazione di tutte le leggi del diritto internazionale rispediscono in Grecia quasi tutti i richiedenti asilo che sbarcano sulle nostre coste. Bambini non accompagnati compresi. Questa violazione di un diritto umano è documentata da un Rapporto presentato da Human Rights Watch intitolato”Restituiti al mittente:le conseguenze dei respingimenti sommari dall’Italia alla Grecia dei minori stranieri non accompagnati e degli adulti richiedenti asilo”.
L’associazione ha intervistato 29 persone, tra adulti e bambini, 20 dei quali “rispediti al mittente”nel 2012, regnante Mario Monti, quello che aveva restituito la credibilità internazionale all’Italia. E’ risultato che la polizia di frontiera dei porti di Ancona, Bari, Brindisi e Venezia si comporta così, facendo finta di non sapere le condizioni spaventose che i migranti incontrano in Grecia. Così se le autorità greche fanno la parte dei “cattivi”, quelle italiane svolgono il ruolo di “complici”. I bambini rispediti di solito vengono affidati ai comandanti dei traghetti commerciali e trascorrono altre ore di navigazione rinchiusi in celle improvvisate o più spesso incatenati nella sala macchine e scarsamente nutriti. Il diritto di asilo viene palesemente calpestato, per tutti ,adulti compresi: nei porti le domande di asilo sostanzialmente non vengono prese in considerazione. Quasi nessuno viene informato sul suo diritto di presentare domanda di asilo. Infatti non ci sono interpreti e molti sono costretti ad esprimersi a gesti davanti ai soli poliziotti, perché gli operatori delle ong che per contratto dovrebbero offrire servizi ai migranti scoperti di solito non possono nemmeno avvicinarsi. La condanna dell’Italia riguarderà un caso del 2009, Maroni ministro, in cui trentacinque persone,tra cui dieci bambini,sostengono che quel procedimento di espulsione fosse in violazione del loro diritto alla vita e alla protezione contro la tortura e i maltrattamenti.
NOI LI ESPELLIAMO, LORO LI PICCHIANO
di Arturo Ghinelli
Ahmed, minorenne, lo scorso maggio era riuscito ad arrivare in Italia, ma lo hanno rispedito indietro a Patrasso.”Quando ci prendono vogliono la nostra Sim e allora me la sono nascosta bene in tasca. Così mi hanno fatto male, in tutti i modi, calci e pugni, su tutto il corpo. Questo è successo il giorno dopo il mio ritorno dall’Italia. Ero andato al porto per provarci di nuovo. Ora non ho più i documenti con me. Ho paura della polizia, perché mi farà del male. Ci catturano all’interno del porto e se non c’è nessuno lì, ci fanno del male sul serio.”
Judith Sunderland, la ricercatrice di Human Rights Watch, che ha curato il rapporto sui trasferimenti di migranti dall’Italia alla Grecia, afferma tra l’altro:”L’Italia non rispetta due procedure stabilite dal regolamento di Dublino. Non è concesso il beneficio del dubbio per chi dichiara di essere minorenne e non si fanno le procedure necessarie per accertarne l’età”. Infatti uno solo dei ragazzi intervistati ha detto di essere stato sottoposto a un controllo: una radiografia al polso.
La maggior parte dei ragazzi che attraverso l’Adriatico cercano di arrivare in Italia sono afgani come Enaiatollah Akbari che ha raccontato il suo viaggio di bambino dall’inferno di Kabul nel libro “Nel mare ci sono i coccodrilli”. Arrivato a Corinto, sale su una nave nascondendosi nuovamente dentro un tir, sbarca a Mestre e per sua fortuna non viene rispedito al mittente.
Ma la realtà raccontata dal rapporto di Hrw è molto più dura; per questo il rapporto chiede: 1.di sospendere immediatamente le riconsegne sommarie alla Grecia; 2.di assicurare ai minori le adeguate tutele; 3.di permettere di avvicinare tutti i migranti non solo alla polizia, come avviene da anni, spesso senza interpreti ,decidendo così chi far entrare e chi respingere, ma anche alle ong autorizzate.
Inoltre c’è un aspetto che anche il rapporto ignora, cioè i fondi per le strutture che assicurano l’assistenza ai migranti richiedenti asilo o ai minori si stanno esaurendo, mettendo gli enti locali in condizioni di non poter assicurare più quel poco di assistenza che fino ad ora avevano realizzata.
Non so se ci sarà effettivamente la condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani, so di certo che dopo quella che condannò l’Italia per aver violato, con i respingimenti verso la Libia nel 2009, l’articolo 3 della Convenzione sui diritti umani,non è cambiato assolutamente niente nell’atteggiamento dell’Italia. Quella volta il ministro Maroni la stigmatizzò come “incomprensibile picconata del buonismo peloso” e il suo partito utilizzò l’immigrazione per spaventare gli italiani e ottenere voti. Questa volta semplicemente in campagna elettorale non se ne parla più. Ma intanto tutto continua come prima, perché la Bossi-Fini è ancora lì, anche se Bossi è stato messo da parte proprio da Maroni.