MOBILITAZIONE CGIL CONTRO LA RIFORMA DEL LAVORO E LA MANOMISSIONE DELL’ART.18. SI PARTE GIOVEDI’ 29 MARZO CON 4 ORE DI SCIOPERO DEI MECCANICI FIOM. POI ANCORA SCIOPERI IL 5 E IL 19 APRILE. DOMANI ATTIVO CGIL CON DANILO BARBI DELLA SEGRETERIA NAZIONALE CGIL

27 Mar 2012 mobilitazione, presidio, sciopero,

Modena, 27 marzo 2012

Diverse le iniziative messe in campo dalla Cgil di Modena contro la riforma del mercato del lavoro presentata dal Governo Monti e contro la manomissione dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori.

Queste iniziative sono state presentate stamattina in conferenza stampa dal segretario della Cgil Donato Pivanti e dal segretario dei metalmeccanici Fiom/Cgil Giordano Fiorani.

Nell’ambito del primo pacchetto nazionale di 16 ore, i primi a partire saranno i metalmeccanici modenesi della Fiom (che già vengono da oltre un mese di mobilitazione) giovedì 29 marzo con uno sciopero di 4 ore con manifestazione.

A seguire giovedì 5 aprile i lavoratori delle altre categorie dell’industria con 8 ore di sciopero e due manifestazioni (una a Fiorano, l’altra a Mirandola) e infine giovedì 19 aprile lo sciopero dei lavoratori pubblici e di quelli operanti nei servizi pubblici soggetti alle procedure di preavviso della legge 146/90.

Intanto continuano le fermate spontanee proclamate dalle Rsu e i pronunciamenti contro la manomissione dell’art.18, dopo le numerose fermate della scorsa settimana e oltre 70 Ordini del Giorno di Rsu (anche di enti pubblici) di tutta la provincia.

Nella giornata odierna sono state proclamate dalla Rsu Filctem/Cgil due ore di sciopero dei lavoratori della Ceramica Ascot-Dome di Solignano che si asterranno dal lavoro le ultime 2 ore di ogni turno, mentre fra i nuovi pronunciamenti e ordini del giorno sopraggiunti in queste ultime ore si registrano quelli dalla Rsu Comune di San Possidonio, Rsu Fillea/Cgil Coop Icea, Rsa Filcams/Cgil Usco Modena, Rsa Cgil BBS, Rsa Cgil LIDL, Rsa Cgil CAMST, Rsu Cooperativa di Costruzioni Modena.

Domani, mercoledì 28 marzo, è previsto l’Attivo di quadri e delegati Cgil (oltre 600 fra quadri sindacali, delegati, lavoratori e pensionati) presso la Polisportiva Modena Est (via Indipendenza 25) dalle ore 9.30 alle 14 per discutere della riforma del mercato del lavoro e le ragioni della mobilitazione provinciale.

L’introduzione sarà di Donato Pivanti, presente il segretario Cgil Emilia-Romagna Vincenzo Colla. Le conclusioni sono affidato a Danilo Barbi della segreteria nazionale Cgil (per interviste a Danilo Barbi l’ora consigliata è intorno alle ore 11).

“E’ un intervento inaccettabile quello sull’art.18, quasi che da questa manomissione dipendesse il futuro del nostro Paese” ha detto stamattina il segretario della Cgil Pivanti ai giornalisti in conferenza stampa. “Il vero obiettivo – ha continuato Pivanti – è invece quello di ridurre peso e ruolo del sindacato nei luoghi lavoro e nel Paese, limitare le libertà individuali delle persone, assestare un duro colpo ai corpi sociali intermedi.

“La riforma del mercato del lavoro – ha proseguito Pivanti – non c’entra niente con la crescita e l’aumento dell’occupazione né tantomeno con i necessari interventi per lo sviluppo e la crescita, anzi come già il primo provvedimento “Salva Italia” sulle pensioni colpisce pensioni e diritti dei lavoratori”.

Pivanti ha detto che il parziale allargamento (ad oggi solo agli apprendisti) della platea dei lavoratori interessati dal nuovo ammortizzatore sociale Aspi, è però ben lungi dal compensare la perdita della Cigs per procedure concorsuali e della mobilità, che si sono rivelati strumenti fondamenti in questi anni di crisi per garantire l’occupazione a fronte di chiusure e ristrutturazioni. Nella riforma c’è sì qualche importante novità per ridurre la precarietà, ma in generale Pivanti ha bollato quella del Governo Monti come una manovra tipica della destra europea che resta inaccettabile per la Cgil!

Inoltre, non si è affrontato il problema degli “esodati”, lavoratori senza più lavoro in virtù di accordi di mobilità sottoscritti volontariamente, ma che non riescono però neppure ad accedere alla pensione causa l’allungamento dell’età pensionabile prevista dalla riforma di dicembre. Non c’è un dato certo, a livello nazionale oscillano tra 60.000 e 365.000, nella nostra provincia sono diverse centinaia di persone in queste condizioni.

Nessuna risposta neppure sulle ricongiunzioni pensionistiche che obbligano i lavoratori a sborsare anche 170-180 mila e sino a 220 mila euro, per riunificare i contributi versati in fondi diversi.

“Il volto presentabile della destra Europa, quello del Governo Monti, sta però perdendo consenso fra gli italiani – ha aggiunto Pivanti – e anche fra gli altri sindacati si sta riducendo il consenso alla riforma del mercato del lavoro, si stanno producendo ripensamenti, critiche anche dal mondo cattolico e dell’associazionismo”.

Dai prossimi giorni partirà  dunque la mobilitazione provinciale Cgil nell’ambito delle prime 16 ore di sciopero proclamate dal Direttivo nazionale, mentre per metà/fine maggio è previsto lo sciopero nazionale di 8 ore (la data sarà decisa in concomitanza con l’iter di approvazione della riforma in Parlamento).

Primi a partire sono i meccanici Fiom, mobilitati da oltre un mese con iniziative culminate nello sciopero generale del 9 marzo contro l’espulsione della Fiom dalla Fiat, per la riconquista del contratto nazionale, contro la messa in discussione dei diritti sindacali anche nelle altre aziende. Sciopero di 2 ore anche lo scorso 20 marzo con presidio davanti alla Prefettura, e nuovo sciopero giovedì 29 marzo è previsto un nuovo sciopero di 4 ore con concentramento alle ore 14.30 presso la sede della Rossi Motoriduttori (via Emilia Ovest).

“Sono attese parecchie migliaia di lavoratori molto preoccupati per gli effetti della riforma del mercato del lavoro” ha detto il segretario della Fiom Giordano Fiorani, spiegando lo svolgimento del corteo che entrerà in tangenziale sul versante Nord Bologna-Milano e proseguirà fino al casello di Modena Nord.

I meccanici dicono no alla riforma del mercato del lavoro che riduce fortemente gli ammortizzatori sociali: oggi per i lavoratori di aziende in crisi sono a disposizione la Cigs sino a 24 mesi più la mobilità che si estende sino a  3 anni per gli ultra 50enni. Con l’Aspi l’estensione sarà di 12 mesi massimo 18 mesi per gli ultra 50enni. “E’ una situazione che non può reggere” ha aggiunto Fiorani commentando che una vertenza come quella della Terim, dove sono coinvolti 400 lavoratori, se non dovesse subentrare una nuova proprietà, si potrà reggere solo con gli attuali ammortizzatori.

Sull’art.18 Fiorani ha anche sottolineato come le modifiche previste daranno via libera a vendette in azienda verso i lavoratori, che anche se non avranno commesso reati disciplinari, potranno essere espulsi solo con un risarcimento. L’effetto intimidatorio verso gli altri lavoratori sarà enorme.

Il Comitato Direttivo della Cgil di Modena riunito stamattina ha dato il via libera ad altre azioni di lotta: giovedì 5 aprile sciopero di 8 ore dei lavoratori di tutte le altre categorie dell’industria (ceramisti, chimici, plastica, tessili, edili, agro-industria, grafici, lavoratori della comunicazione) con due manifestazioni: una a Fiorano con concentramento alle ore 9 in via Ghiarola Nuova davanti a Emilceramica e corteo sino alla sede di Confindustria Ceramica; l’altra a Mirandola con concentramento alle ore 9 in via Posta (davanti al bar Panta Rei) e corteo sino alla sede della multinazionale Gambro.

Giovedì 19 aprile nuovo sciopero di 8 ore dei lavoratori in legge 146, ovvero scuola, funzione pubblica, servizi pubblici, Poste, Telecom, Hera, Aimag, Trasporto pubblico locale, commercio-turismo e vigilanza.

Tutte le manifestazioni avranno l’appoggio dei pensionati e vedranno la partecipazione di delegazioni di lavoratori di tutte le categorie della Cgil.

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