MOSCHEE: DIRITTO O PROBLEMA? UNA RICERCA EUROPEA

26 Ott 2009

La questione delle moschee continua a creare dibattito e tensioni nell’opinione pubblica italiana ed europea. All’argomento è dedicato il volume “Conflict over mosques in Europe: policy issue and trends”  di Stefano Allievi, che condensa gli esiti di una ricerca europea condotta in collaborazione con la Facoltà di sociologia dell’Università di Padova, della quale Allievi è docente,  e finanziata dal Network europeo di fondazioni (Nef) e dal coordinamento Etnobarometro.
   Nell’ultimo censimento statale disponibile, risalente alla primavera del 2007, il Sisde stimava che esistessero in Italia 735 luoghi di culto musulmani, dei quali, però, solo una piccola parte, 157, conosciuti dai servizi segreti italiani. La ricerca dice che oggi sono 749 (dato aggiornato a luglio 2009), dei quali le moschee vere e proprie sono solo due, il numero più basso in Europa. Negli altri casi si tratta di musalla sistemate per la gran parte in strutture precarie e temporanee come garage, magazzini, scantinati, capannoni: soluzioni di fortuna, spesso clandestine anche a causa di una avversione pubblica opportunamente alimentata da partiti e movimenti razzisti, i quali, peraltro, ottengono risultati esattamente opposti a quelli che dicono di volere conseguire in termini di “sicurezza” (come si possono controllare luoghi costretti all’invisibilità?) E quando non sono clandestini sono sottoposti a costanti pressioni per costringerli alla chiusura: ad esempio, a differenza di altri luoghi di culto, sono sottoposti ad attenzioni particolari per trovare motivi che ne giustifichino la chiusura.
   Non c’è dubbio: ai musulmani del nostro Paese, un milione e 300 mila, compresi i clandestini e i 10mila autoctoni, il diritto alla libertà religiosa non è garantito. Ma non può essere considerato solo un loro problema. Ciò che oggi non viene garantito ai musulmani domani potrebbe non essere garantito ad altri. Affidare il godimento di un diritto universale e inviolabile qual è la libertà religiosa all’esito di referendum locali come spesso si propone non solo è illiberale, ma facendo cadere un principio spiana la strada ad analoghi referendum riguardanti la fede di chi oggi li propone.
   Secondo la ricerca, che mette a confronto tendenze locali e generali in 17 paesi europei, per quanto riguarda i luoghi di culto la situazione peggiore si riscontra in Italia, dove esistono, come già detto, solo due vere e proprie moschee, a Roma e Milano. In Francia, dove i cinque milioni  mezzo di musulmani rappresentano l’8% della popolazione, le moschee sono 200 e 2.100 le musalla. In Germania sono a disposizione dei 3,3 milioni di musulmani, il 3% della popolazione, 66 moschee e 2.600 musalla.
   Sempre secondo la ricerca, i conflitti anti-islamici sono diffusi ovunque in Europa, ma la loro intensità e frequenza più che da uno Stato all’altro variano da una città all’altra. Questi conflitti  pervadono l’Italia più di altri paesi.

SCARICA LA RICERCA:

CONFLICT OVER MOSQUES IN EUROPE: POLICY ISSUE AND TRENDS

image_print

Articoli correlati

31 Ott 2025 dl sicurezza sul lavoro

NUOVO DECRETO-LEGGE: VIGILANZA, NORME UNI E PRIMI COMMENTI

In attesa della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (al momento della scrittura di questo articolo non ancora avvenuta) è bene […]

31 Ott 2025 aggressione luoghi lavoro

RISCHIO AGGRESSIONI E ATTI CRIMINALI SUL LAVORO TRA SAFETY E SECURITY

Secondo la giurisprudenza, l’art.2087 del codice civile, ai sensi del quale “l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure […]

31 Ott 2025 comune di modena

BUONE PRATICHE A TUTELA DEI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO E PRODUZIONE CULTURALE. IL 5 NOVEMBRE SE NE DISCUTE IN CGIL A MODENA

Favorire la stabilità occupazionale e contrastare il lavoro irregolare: sono tra i principali obiettivi del protocollo di buone pratiche per […]