25 Feb 2014
NASCE IL GOVERNO RENZI. SCOMPARE IL MINISTERO PER L’INTEGRAZIONE
Nasce il governo Renzi e nasce con molte novità, tra le quali la scomparsa del ministero per l’Integrazione e la mancata riconferma di Cécile Kyenge. Le politiche dedicate agli stranieri tornano dunque saldamente tutte nelle mani dei soliti ministeri (Interno, Lavoro, Esteri), come avveniva prima che il governo Monti lo istituisse.
Se ne occuperà principalmente, come sempre, il ministero dell’Interno, affidato ancora una volta ad Angelino Alfano, che perde però la carica di vicepremier. Ex delfino di Silvio Berlusconi e oggi alla guida del Nuovo Centro Destra, Alfano ha condiviso le peggiori politiche del centro-destra in tema di immigrazione. Agli Esteri e al Lavoro arrivano, nell’ordine, Federica Mogherini e Giuliano Poletti, entrambi del Pd.
Contro la soppressione del ministero per l’Integrazione e interviene la Rete Primo Marzo perché “non solo è utile, ma necessario”.
Scrive Elisa Cesan, portavoce nazionale della Rete, che “l’immigrazione è composta da una serie di aspetti sociali, culturali, economici che vanno valorizzati perché arricchiscono il nostro paese e l’Europa e non ha senso che la maggior parte delle competenze in questo ambito siano delegate al Ministero degli Interni continuando a riproporre l’immigrazione in termini di minaccia securitaria o emergenza sociale. Ad oggi la società civile, nell’ambito dei diritti per i migranti, e quindi per tutte e tutti, ha fatto delle richieste alla politica che non sono rimaste inascoltate. Basta pensare alla volontà popolare che si è espressa con la proposta di legge sui diritti di cittadinanza, all’ allargamento dell’accoglienza Sprar, al recepimento della direttiva europea n.33 del 26 giugno, i disegni legge sull’asilo politico per capire che è necessario che in Italia si possa e si debba parlare di questi argomenti non in termini di puro controllo e repressione ma in maniera costruttiva per un reale stato di diritto forte e coeso per tutte e tutti”.
NASCE IL GOVERNO RENZI. SCOMPARE IL MINISTERO PER L’INTEGRAZIONE
Nasce il governo Renzi e nasce con molte novità, tra le quali la scomparsa del ministero per l’Integrazione e la mancata riconferma di Cécile Kyenge. Le politiche dedicate agli stranieri tornano dunque saldamente tutte nelle mani dei soliti ministeri (Interno, Lavoro, Esteri), come avveniva prima che il governo Monti lo istituisse.
Se ne occuperà principalmente, come sempre, il ministero dell’Interno, affidato ancora una volta ad Angelino Alfano, che perde però la carica di vicepremier. Ex delfino di Silvio Berlusconi e oggi alla guida del Nuovo Centro Destra, Alfano ha condiviso le peggiori politiche del centro-destra in tema di immigrazione. Agli Esteri e al Lavoro arrivano, nell’ordine, Federica Mogherini e Giuliano Poletti, entrambi del Pd.
Contro la soppressione del ministero per l’Integrazione e interviene la Rete Primo Marzo perché “non solo è utile, ma necessario”.
Scrive Elisa Cesan, portavoce nazionale della Rete, che “l’immigrazione è composta da una serie di aspetti sociali, culturali, economici che vanno valorizzati perché arricchiscono il nostro paese e l’Europa e non ha senso che la maggior parte delle competenze in questo ambito siano delegate al Ministero degli Interni continuando a riproporre l’immigrazione in termini di minaccia securitaria o emergenza sociale. Ad oggi la società civile, nell’ambito dei diritti per i migranti, e quindi per tutte e tutti, ha fatto delle richieste alla politica che non sono rimaste inascoltate. Basta pensare alla volontà popolare che si è espressa con la proposta di legge sui diritti di cittadinanza, all’ allargamento dell’accoglienza Sprar, al recepimento della direttiva europea n.33 del 26 giugno, i disegni legge sull’asilo politico per capire che è necessario che in Italia si possa e si debba parlare di questi argomenti non in termini di puro controllo e repressione ma in maniera costruttiva per un reale stato di diritto forte e coeso per tutte e tutti”.