28 Mag 2014
di Cesare Galantini e Ciro Spagnulo
Troppe regole violate e dumping sulle condizioni di lavoro ai danni dei dipendenti, camuffati da “soci-lavoratori”, nella stragrande maggioranza stranieri. Troppi casi di prassi lesive dei diritti dei lavoratori, che si insinuano nelle pieghe di una legislazione non più all’altezza. Prima fra tutte, l’evasione ed elusione contributiva con l’utilizzo dell’ormai famigerata “Trasferta” a coprire ore di lavoro.
Non bisogna cadere nel luogo comune che queste situazioni a danno dei lavoratori, si concretizzino solo in alcune zone del nostro paese dove il controllo, la presenza e l’agibilità democratica sono minori. Queste pratiche dilagano su tutto il territorio nazionale, spesso all’interno (appalti e subappalti) di veri e propri “insospettabili”, cioè primarie aziende di diversi settori, nomi altisonanti e blasonati che esternalizzano a fittizie “cooperative di logistica/facchinaggio).
La stessa Susanna Camusso non ha usato la mano leggera intervenendo al X congresso nazionale della Filt Cgil, a Firenze, parlando del problema delle “cooperative spurie” chiedendo esplicitamente «una nuova legislazione sulle cooperative». Il sindacato viene da una storia comune di mutualismo e di solidarietà e continuiamo a pensare che la cooperazione sia un mondo da salvaguardare che non può confondersi con chi usa il costo del lavoro come unica variabile economica.
La battaglia contro le “cooperative spurie” deve essere una delle priorità di oggi per combattere le storture e gli abusi nel mercato del lavoro.
Per fare ciò serve un cambio di passo, un salto di qualità, serve una nuova legislazione sulle cooperative. Se c’è stato un moltiplicarsi di forme false o spurie che teoricamente danno lavoro ma che non rispettano le regole formali c’è un buco nella legislazione. La FILT-CGIL chiede che questa sia una delle priorità.
Serve una proposta di legge che ridefinisca tutto il settore e che metta al riparo il lavoratore dall’esserne l’unica vittima, perchè davvero oggi il “socio-lavoratore” non è altro che la persona che subisce lo stato delle cose.
Il settore dei trasporti e della logistica, con il suo mondo imprenditoriale così frammentato e con una grossa fetta di manodopera straniera, spesso priva degli stessi diritti degli altri lavoratori, è un laboratorio interessante per capire i fenomeni della precarizzazione e delle esternalizzazioni. Il lavoro nero non emerge perché alla fine, per quelle due lire che li pagano, ai datori di lavoro conviene assumere. Tanto l’ingaggio è legato all’appalto. Una volta finito, tutti a casa oppure passati nell’ennesima “cooperativa” di turno…
Ci sono casi di lavoratori che ormai da anni lavorano sempre nello stesso sito produttivo, sempre per lo stesso committente e hanno subito più di 8 passaggi tra una “cooperativa” e l’altra…
Quindi dietro ad una regolarità puramente formale abusi ai danni dei “soci-lavoratori”.
Qualche segnale di reazione comincia ad arrivare. In Emilia Romagna è da poco in vigore la prima legge per promuovere la legalità e la responsabilità sociale nei settori dell’autotrasporto, del facchinaggio, della movimentazioni merci e dei servizi complementari, settori nei quali è assai diffuso, anche in forme gravi, lo sfruttamento lavorativo, soprattutto di lavoratori stranieri, i quali rappresentano oramai la maggioranza del personale impiegato. L’azione della Regione è diretta ad adottare procedure finalizzate alla trasparenza, alla semplificazione, alla dematerializzazione dei procedimenti amministrativi, alla promozione di iniziative di coordinamento e cooperazione istituzionale. Previste anche l’adozione e diffusione di buone pratiche di responsabilità sociale da parte delle stazioni appaltanti pubbliche, all’attività di formazione e di sensibilizzazione su questi temi, rivolta ai lavoratori, agli operatori economici e ai dipendenti delle P.a. Per quanto riguarda il settore del facchinaggio e dei servizi complementari la legge punta a contrastare il fenomeno di caporalato e gli altri illeciti che alterano la regolarità del mercato del lavoro, attraverso qualsiasi forma di sfruttamento dei lavoratori e dell’utilizzo non regolare degli stessi. Viene inoltre istituito un elenco regionale dei prezzi relativi ai servizi di facchinaggio, complementari e all’attività di logistica.