26 Nov 2013
di Ciro Spagnulo
Sono quasi 800.000 gli alunni stranieri che frequentano la nostra scuola, 786.630 per essere precisi. Sono 30.691 in più rispetto all’anno precedente, pari al 4,1%. E’ un dato in crescita grazie soprattutto all’incremento delle seconde generazioni, i ragazzi con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese, i quali, non a caso, sono definiti il primo motore dell’incremento dal Focus statistico “Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano”, pubblicato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, relativo all’anno scolastico 2012/2013. A partire dalla scuola primaria i nuovi ingressi si attestano, invece, al 3,7%. E’ evidente, dunque, che se negli anni precedenti l’incremento della presenza degli stranieri nelle scuole era legato principalmente ai flussi migratori, oggi non è più così.
“Se il fenomeno prosegue con identico trend”, afferma il Focus,”si può ipotizzare che nei prossimi anni il numero degli studenti nati in Italia sarà pressoché identico a quello degli studenti stranieri nati all’estero, se non si registrerà addirittura il ‘sorpasso'”. Anche il rapporto degli alunni stranieri sul totale degli alunni è in continua crescita per ciascun ordine di scuola, anche a causa di una lieve diminuzione degli studenti italiani (-0,6%).
Le cittadinanze sono le più diverse: se ne contano circa 200. Ma poiché la nascita di questi alunni si colloca in Italia per 371.372 di loro, il 47,2%, risulta piuttosto complicato parlarne come di “stranieri”. Nella scuola primaria e in quella dell’infanzia la quota dei nati in Italia sfiora addirittura il 60% e l’80%.
In numeri assoluti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana (276.129) si concentra nella scuola primaria. Seguono la secondaria di II grado (175.120), quella di I grado (170.792) e la scuola dell’infanzia (164.589).
Come già rilevato dai focus degli anni precedenti, e da altre pubblicazioni, gli alunni di cittadinanza straniera scelgono in misura maggiore degli italiani gli istituti tecnici e professionali, segno che le differenze di origine pesano. La formazione tecnica viene scelta dal 41,1% dei nati in Italia e dal 38,2% dei nati all’estero; quella professionale, dal 29,8% e dal 39,8%. L’integrazione è comunque cresciuta se oggi scelgono il liceo scientifico il 14,8% e il 10,1%. “Le ragazze invece preferiscono gli studi magistrali, il liceo classico e quello linguistico, avvicinandosi ancora di più alle scelte delle loro coetanee italiane”.
Un altro indicatore del peso delle differenze di origine è la regolarità del percorso scolastico. “Nella scuola primaria i bambini in ritardo rappresentano il 16,3% fra quelli con cittadinanza non italiana e il 2,0% fra quelli con cittadinanza italiana; nella scuola secondaria di primo grado sono l’44,1% fra gli stranieri contro il 8,0% di quelli italiani; nella scuola secondaria di secondo grado la percentuale di alunni stranieri in ritardo nel percorso scolastico è molto elevata: 67,1%, contro il 23,9% degli italiani”.
Nell’anno scolastico 2000/2001 gli alunni stranieri erano l’1,7% del totale, oggi sono l’8,8%.
I paesi più rappresentati sono Romania (18,89% del totale degli stranieri), Albania (13,31%) e Marocco (12,47%). Seguono la Cina Repubblica Popolare (4,58%) e, con la stessa percentuale del 2,92%, la Moldavia e le Filippine.