NIDIL/CGIL: "EFFETTI COLLATERALI DELL'APPLICAZIONE DELL'ART.8 DELLA MANOVRA FINANZIARIA"

15 Set 2011

Modena, 15 settembre 2011

 

 

 

Ogni guerra, ogni cambiamento epocale provoca sempre quelli che in gergo vengono definito “EFFETTI COLLATERALI “.

Con queste parole si identificano normalmente i superficiali ed irrisori problemi che si riscontrano,  appunto, a seguito di “guerre sante”, come ad esempio, quelle dell’Iran, dell’Afghanistan e da ultima quella della Libia. Qualcuno dei “buoni” può morire, ma a fronte di nobili cause tutto è permesso.

Più in piccolo, e con grande rispetto per le vittime di tutte le guerre, anche l’introduzione di leggi epocali come l’art. 8 della Finanziaria creerà appunto alcuni “effetti collaterali”.

Vorrei riuscire ad analizzare chirurgicamente questi effetti, senza farmi condizionare dalla mia militanza in una organizzazione, (CGIL ) di persone tristi, che parlano solo di s….. , non sorridono mai in quanto sempre incupiti da crisi economiche e catastrofi mondiali.

Sarebbe, invece, opportuno, parlare della crisi sorridendo, organizzando baccanali in piazza e magari legalizzando i “casini”. Mi meraviglio che in una manovra così complessa e profondamente studiata non sia stato introdotto anche quest’ultimo provvedimento, avrebbe certamente fatto la sua porca figura. Altroché aumento dell’ Iva dell’uno percento, questa norma, stando alle cronache, ci avrebbe permesso di sistemare anche la Grecia !!!

Inoltre, l’effetto sui nostri ministri è più che positivo, Brunetta che offende i precari; Sacconi se fosse un’atleta sarebbe paragonabile a Bolt in quanto a detentore di numerosi ed invidiabili record, ad esempio, per ben due volte le sue norme sono state dichiarate incostituzionali; ma sopratutto la censura di Napolitano sulla certificazione non si era mai vista.

Nonostante l’approccio positivo, però, non riesco a gioire di fronte a quello che sta succedendo nel nostro paese, perché di fatto non succede nulla.

Nulla si è fatto per far pagare le tasse a chi non le ha mai pagate, e sopratutto nulla si è fatto per dare contributi alle aziende che investono sul lavoro e non in borsa, perché investire su questo tipo di imprese, significa sopratutto creare opportunità di lavoro… stabile, ma anche far ripartire l’economia stagnante del nostro paese.

Finché sarà più conveniente investire in borsa piuttosto che sul lavoro, dal buco non si esce; ma i nostri illuminati governanti continuano a tirarci in fondo al baratro con spettri come la razza diversa e l’insicurezza nelle nostre città, anche se, ad onor del vero, sempre sorridendo e raccontando barzellette sempre azzeccatissime in ogni situazione: che forza!!!

Più semplice prendere ai soliti noti, e sopratutto cogliere nella crisi bieche opportunità per inserire norme inutili ai fini economici, quali il già citato art. 8, o quella sulle festività civili, speriamo definitivamente rientrata .

Queste norme non portano nessun aumento di introiti per lo Stato, ma solo il raggiungimento di rivincite personali o la precisa volontà, nel caso delle festività civili, di far “dimenticare il passato”…se la stessa iniziativa la si proponesse ai francesi proponendo l’abolizione della festa del 14 di luglio probabilmente si avrebbe un’altra rivoluzione.

Potrei scrivere per ore a getto continuo su questi signori, ma vorrei concentrarmi come detto, sull’oggetto (art.8), o meglio sui suoi effetti collaterali.

Sulle conseguenze che l’art. 8 avrà sui licenziamenti, sull’articolo 18, sulla dequalificazione ed il controllo con telecamere, fiumi di inchiostro sono già stati versati ed ancora scorreranno (anche barzellette…ndr). Mi preme, invece, parlarvi delle implicazioni dirette sempre del già menzionato art. 8 attraverso una vicenda reale già accaduta, spiegando uno scenario possibile in un futuro molto prossimo, appunto l’effetto collaterale .

Nel dettaglio :

azienda che pur non avendo l’autorizzazione per somministrare, avvia al lavoro  oltre 1.000 persone in tutta Italia con addirittura dei contratti a progetto.

A fronte di un intervento dell’autorità ispettiva, crea ad hoc un sindacato interno, al quale fa aderire tutti i lavoratori, i quali, a loro volta, eleggono dei rappresentanti.

Questi delegati, incuranti delle leggi vigenti, sottoscrivono un “contratto aziendale” dove tutto è permesso: se non c’è lavoro si rimane a casa senza disoccupazione o cassa integrazione; in caso di crisi l’azienda può ridurre lo stipendio ai propri collaboratori, e sopratutto licenziare senza nessun motivo, prevedendo già una penale pari a “…3 mensilità solo di paga base (circa 1.500,00 euro lordi)…” ; nessuna possibilità di scelta se iscriversi o meno al sindacato interno, altrimenti non si lavora, e in caso di problemi sul lavoro niente giudice, ma un arbitro scelto da azienda e sindacato interno.

Li abbiamo presi in giro i nostri politici, trattati come folli. Invece sono dei geni, avevano capito già nel 2007 gli sviluppi del decreto legislativo 276/03 (applicativo della Legge 30) con l’avvento del ministro Sacconi.

Concludendo, e scusandomi se la mia anima truce spesso mi possiede, quello che vi ho appena descritto è uno scenario che alla luce dell’art. 8 della Finanziaria potrebbe verificarsi, governando la materia del lavoro nei prossimi anni. Questo è ciò che la mia generazione lascerà ai propri figli come effetto collaterale di una “riforma del lavoro fatta in duro periodo di crisi, ma necessaria”.

Per questo trovo vile inserire una norma, come quella descritta, in una manovra finanziaria blindata, approfittando della crisi economica e della debolezza dei lavoratori certamente più ricattabili in tale periodo. E se possibile, trovo ancora più vile spiegarla con una barzelletta, in quanto anche a me, come alla maggioranza degli italiani, se fosse stata chiesta l’opinione personale in merito, sarebbe stata di certo negativa, caro ministro.

Il lavoro è libertà, il lavoro è dignità ed avere lavoro senza diritti equivale a non avere nessuna libertà e nessuna dignità.

Meditate gente, meditate…..

 Claudio Argilli, segretario provinciale sindacato lavoratori atipici Nidil/Cgil Modena

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