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Modena, 29 novembre 2011
“Se prima erano solo ipotesi, adesso c’è la certezza anche su Modena” così Cesare Pizzolla della segreteria Fiom/Cgil ha commentato stamattina in conferenza stampa l’uscita ufficiale dal 1.1.2012 delle imprese modenesi del Gruppo Fiat da Confindustria a seguito della disdetta del contratto nazionale di lavoro e di tutta la contrattazione aziendale, frutto di 40 anni di relazioni sindacali.
Sala stampa affollata stamattina, non solo dai giornalisti, ma anche dai numerosi delegati presenti del Coordinamento Rsu Fiom del Gruppo Fiat, che la scorsa settimana sono stati convocati in Cnh e Maserati per la comunicazione ufficiale della disdetta degli accordi, mentre in Ferrari un’analoga comunicazione era appesa ieri in bacheca sindacale.
Dunque, anche nei 5 stabilimenti modenesi del Gruppo Fiat – 2 stabilimenti CNH, 2 stabilimenti Ferrari, Maserati e Irisbus – si applicherà dal prossimo anno solo un livello contrattuale “che molto verosimilmente ricalcherà il modello Pomigliano” ha aggiunto il sindacalista Fiom.
Un accordo, quello di Pomigliano, che prevede meno diritti per i lavoratori, “condizioni contrattuali ampiamente al di sotto di quelle previste negli stabilimenti modenesi”, nega i primi 3 giorni di malattia in determinate condizioni di assenteismo, aumenta i sabati obbligatori (dai 5 previsti dal CCNL a 15), aumenta i turni, intensifica i ritmi di lavoro e taglia le pause, taglia la pausa mensa a fine turno se si presentano imprevisti con i fornitori di componenti. Ancora, nega il diritto di sciopero per i sindacati non firmatari, prevede sanzioni sia per i sindacati che per i lavoratori (sino al licenziamento) che fanno sciopero, cancella la democrazia nei luoghi di lavoro impedendo ai lavoratori di scegliersi i propri rappresentanti in azienda.
Con l’applicazione di un modello contrattuale imposto unilateralmente dalla Fiat, la Fiom/Cgil, sindacato maggiormente rappresentativo a Modena con l’80% dei lavoratori iscritti, “viene esclusa dall’azienda perché non è d’accordo con Marchionne” ha aggiunto Pizzolla “e sono ammessi solo i sindacati complici e consenzienti al modello Pomigliano”.
Pizzolla, insieme a Fernando Siena, sempre della segreteria Fiom, ha sottolineato che dal 2012 la Fiom non potrà fare assemblee nei luoghi di lavoro, non potrà eleggere delegati (che peraltro saranno solo Rsa, ovvero di nomina sindacale e non più eletti dai lavoratori), non potrà beneficiare delle agibilità sindacali per i delegati (permessi) e delle trattenute in busta paga. In relazione ai 600 iscritti Fiom nei vari stabilimenti Fiat, ciò si traduce in circa 80.000 euro all’anno di mancate risorse.
Pizzolla e Siena hanno anche posto l’accento su come il modello Pomigliano cambi la natura del sindacato, da sindacato confederale a sindacato aziendale, “un sindacato complice che mette al centro le esigenze del mercato e dell’azienda”.
Accenti duri verso Fim e Uilm. “Dicevano che Pomigliano non sarebbe mai arrivato a Modena, ma oggi è smascherata la loro bugia” hanno commentato i sindacalisti, aggiungendo che “se Pomigliano lo applica un’azienda come Ferrari che è leader nel mercato delle auto di lusso dove non conosce concorrenza, che ha larghi margini di fatturato, perché non dovrebbero essere tentate a fare altrettanto le altre aziende metalmeccaniche modenesi? Temiamo gli emulatori” hanno detto.
Incomprensibile in una realtà come Modena l’imposizione di accordi peggiorativi calati da fuori, che i lavoratori non capiscono e che non si giustificano con la crisi, “perché nel 2010-11 gli stabilimenti modenesi non hanno fatto un’ora di cassa integrazione e oggi fanno ore di straordinario” spiega Fernando Siena. “In Cnh è stato siglato recentemente un accordo che stabilizza 60 interinali in cambio di 3 sabati aggiuntivi. L’unico punto interrogativo è Maserati, ma perché non c’è un progetto per lo stabilimento modenese, ma le auto Maserati si vendono” ha aggiunto Siena.
Contro la disdetta degli accordi e contro l’estensione del modello Pomigliano in tutti gli stabilimento del Gruppo Fiat, la Fiom/Cgil ha deciso lo sciopero nazionale di 4 ore di tutta la categoria per venerdì 16 dicembre, “perché il problema riguarda tutti i metalmeccanici e tutto il mondo del lavoro che deve essere unito nel dire no anche all’art.8 della manovra estiva e no ai licenziamenti nelle aziende in crisi”.
La Fiom ha anche deciso il lancio della campagna nazionale straordinaria di sottoscrizione a sostegno della lotta in Fiat e dell’attività dei delegati.
Inoltre la Fiom chiederà a Fim e Uilm di tenere assemblee unitarie in Maserati e in Cnh, come quelle già svolte in Ferrari la scorsa settimana per spiegare ai lavoratori i diversi punti di vista dei sindacati. Per la Fiom, il modello Pomigliano è da rigettare e continuerà sia con l’azione di denuncia legale alla Magistratura (come per gli accordi di Pomigliano e Torino), sia intensificando l’azione sindacale. Fim e Uilm, invece, dopo le scorse settimane, hanno oggi una posizione attendista e parlano di apertura da parte dell’azienda.
Nel riferire le pesanti contestazioni dei lavoratori Ferrari a Fim e Uilm la scorsa settimana, i sindacalisti della Fiom, hanno anche ribadito lo responsabilità dei due sindacati a firmare un “accordo che oggi mette fuori la Fiom, ma domani quando non saranno più funzionali al progetto Marchionne, può mettere fuori anche loro”.