27 Nov 2012
Partirà il 7 dicembre la procedura dei flussi di ingresso per lavoro non stagionale di cittadini stranieri non comunitari per l’anno 2012. Poche le quote d’ingresso, 13.850, che, peraltro, prevedono soprattutto conversioni. Il nuovo decreto flussi è previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 2012, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 273 del 22 novembre 2012. Le nuove quote vanno ad aggiungersi a quelle previste dal D.P.C.M. del 13 marzo 2012, per i lavoratori stagionali (35.000 quote), nonché alle 4.000 quote di ingresso previste dall’articolo 2 dello stesso decreto, per i lavoratori stranieri formati all’estero ai sensi dell’articolo 23 del Testo Unico sull’immigrazione (D.Lgs. n. 286 del 25 luglio 1998).
Le quote sono così ripartite:
-2000 lavoratori autonomi di alto livello (imprenditori che svolgono attività di interesse per l’economia italiana; liberi professionisti riconducibili a professioni vigilate, oppure non regolamentate ma comprese negli elenchi curati dalla pubblica amministrazione; figure societarie di società non cooperative, espressamente previste dalle disposizioni vigenti in materia di visti d’ingresso; artisti di chiara fama internazionale o di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici oppure da enti privati);
– 100 lavoratori subordinati o autonomi, discendenti da italiani e residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela o Brasile;
– 4.000 conversioni da lavoro stagionale a lavoro subordinato;
– 6.000 conversioni da studio, tirocinio o formazione professionale in lavoro subordinato;
– 500 conversioni da permesso CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato da altri Stati membri in lavoro subordinato;
– 1.000 conversioni da studio, tirocinio o formazione professionale in lavoro autonomo;
– 250 conversioni da permesso CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato da altri Stati membri in lavoro autonomo.
A causa della difficile congiuntura economica, il Governo non prevede un nuovo, vero decreto flussi, a meno che non migliorino i dati sulla disoccupazione. L’ultimo c’è stato nel 2011.