OIM. IDENTIFICARE GIA' IN CARCERE

16 Apr 2012

 

 

 

Identificare già in carcere quei migranti che stanno scontando una condanna ed evitare così che vengano trasferiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) al solo fine di procedere a un’identificazione che poteva esser fatta prima. Questa è la proposta dell’OIM, intesa a evitare che i migranti che hanno già scontato un periodo di detenzione carceraria siano costretti a subire un inutile prolungamento della loro pena nei CIE – in particolare ora che il limite massimo di trattenimento è stato esteso a 18 mesi – solo per essere identificati.

Si stima che più della metà dei migranti trattenuti nei CIE provengano direttamente dalle carceri, dove però non vengono avviate le procedure di identificazione, delegate alle strutture dei Centri di Identificazione ed Espulsione”, afferma José Angel Oropeza, direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM. “Questa pratica da una parte impone ai migranti che hanno terminato il loro periodo di detenzione in carcere un ulteriore lungo e inutile trattenimento a scopi puramente amministrativi, e dall’altra appesantisce i CIE, dove l’aumento del numero di persone detenute fa salire i costi di mantenimento delle strutture e rende al contempo sempre più difficoltosa la gestione dei centri stessi”.

É da sottolineare che una direttiva del 2007 del Ministro dell’Interno Amato e del Ministro della Giustizia Mastella aveva già previsto che le procedure di identificazione dei migranti detenuti in carcere fossero espletate all’interno delle stesse strutture penitenziarie, in modo da – come citava la direttiva stessa – “evitare le criticità emerse in questi anni in relazione al trattenimento nei Cpt di questi soggetti”

Ultimamente”, spiega Oropeza, “per ottenere da parte dei consoli dei paesi di origine la documentazione necessaria all’identificazione, i migranti vengono spesso spostati tra vari centri, diventando oggetto di un inutile “rimpallo” che li porta da una parte all’altra d’Italia e che spesso si rivela infruttuoso”.

In Italia sono attualmente attivi 13 Centri di Identificazione ed Espulsione siti in Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio

http://www.italy.iom.int/index.php?option=com_content&task=view&id=167&Itemid=90

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