12 Mag 2025 cooperativa gulliver, fp, modena, operatrici socio sanitarie, progetto professioni sicure, ricollocamento, salute sicurezza, sostegno reddito,
E’ preoccupante la situazione di salute e sicurezza delle lavoratrici del settore della cura (operatrici socio sanitarie-OSS, assistenti di base-ADB, educatrici, ausiliarie e collaboratrici scolastiche) dipendenti prevalentemente di cooperative sociali che operano in appalti pubblici e nei servizi in accreditamento (centri residenziali anziani Cra, centri diurni, servizi domiciliari ed educativi) del territorio modenese.
Dalle prime verifiche del progetto Professioni Sicure promosso dal sindacato Fp Cgil, delle oltre 60 lavoratrici prese in carico, il 25% di loro ha già ottenuto dall’Inail riconoscimento di malattie professionali plurime con percentuali complessive di danno permanente spesso superiori al 6%, in particolare a causa di patologie a carico dell’apparato muscolo scheletrico (schiena, spalle e rachide).
“Sono lavoratrici che riescono a svolgere solo parzialmente o, nei casi più gravi, non riescono più a svolgere la loro mansione. Lavoratrici sempre più giovani e lontane dall’età pensionabile, che se perdono la loro retribuzione, già di fatto esigua, non riescono più a mantenersi dignitosamente o a mantenere le loro famiglie” afferma Giada Catanoso segretaria Fp Cgil Modena.
La preoccupazione del sindacato per il peggioramento delle condizioni di salute di queste lavoratrici è alta. Infatti, mentre le lavoratrici affrontano le difficoltà e i dolori fisici di patologie causate proprio dal lavoro svolto negli anni – che le costringono anche a ripetute e/o prolungate assenze per malattia – le stesse rischiano sempre più di ritrovarsi in serie difficoltà economiche.
Ricorre sempre più spesso un comportamento aggressivo dei datori di lavoro, che non solo si rifiutano di adottare alcuna miglioria organizzativa, modifica o adattamento necessario per permettere a queste donne di continuare a lavorare, ma spesso, le sospendono dalla prestazione lavorativa e dalla retribuzione, anche se idonee alla mansione. I datori di lavoro si dichiarano, infatti, incapaci di rispettare le prescrizioni e/o le limitazioni disposte alla dipendente proprio dallo stesso medico aziendale.
Esemplare è il caso di una operatrice socio sanitaria della Cooperativa Sociale Gulliver. La socia dipendente (con un affitto da pagare e una figlia da mantenere da sola, in quanto unico genitore) nonostante abbia avute riconosciute ben tre malattie professionali diverse e abbia subito un ulteriore aggravamento della salute a causa di un recente infortunio sul lavoro, è stata sospesa per la seconda volta dalla Cooperativa, a meno di 12 mesi di distanza dalla prima sospensione avvenuta nonostante la stessa fosse stata “dichiarata idonea con prescrizioni” dal medico competente aziendale.
“Per questo caso specifico siamo in procinto di adire le vie giudiziali – spiega Federica Di Napoli di Fp Cgil Modena – Ribadiamo, ad ogni modo, che è il complesso della situazione che necessita del fattivo impegno di tutti gli attori che ad aprile dell’anno scorso sono intervenuti alla nostra tavola rotonda su questi temi. La Fp Cgil è pronta ad una discussione seria con le associazioni datoriali e a proporre percorsi e soluzioni possibili di sostegno al reddito e di ricollocamento. Ad oggi però, data la mancata risposta, il silenzio e il disimpegno delle controparti, ci vediamo e ci vedremo sempre più costretti ad affrontare vertenzialmente e con determinazione queste situazioni discriminatorie agite su donne malate e che negli anni si sono ammalate per prendersi cura degli altri”.
C’è la necessità di agire non solo sul danno, ma anche e soprattutto sulla prevenzione: luoghi di lavoro sicuri, strumentazioni idonee di lavoro, carichi e tempi di lavoro adeguati, professionalizzazione e riqualificazione del personale, contingenti di operatori sufficienti e formati rispetto all’aggravamento delle condizioni e all’aumento degli utenti presenti sui diversi servizi. “Questa è la sfida da raccogliere subito, per evitare, infine, l’emorragia di figure professionali che sta colpendo in particolare i settori della cura nella cooperazione e nel privato sociale” conclude Federica Di Napoli.
Modena, 12.5.25


