12 Dic 2011
PERDE GIOVANI, NON ATTRAE STRANIERI
SUD A RISCHIO TSUNAMI DEMOGRAFICO
di Ciro Spagnulo e Mohcine El Arrag
Usa parole forti lo Svimez per descrivere i rischi che corre il Sud dal punto di vista demografico. Parla addirittura di tsunami, e non esagera. Alla fine del 2010 la popolazione italiana residente ha superato la soglia dei 60 milioni di abitanti, arrivando a quota 60 milioni 600mila, con un incremento di 286mila unità concentrato quasi tutto al Centro-Nord (255mila), mentre il Sud ha contribuito soltanto con 31mila nuove nascite. Aggrava la situazione del Sud la continua emoraggia di giovani che cercano fortuna altrove e la mancanza di una risorsa fondamentale, l’immigrazione straniera, che continua a essere il motore dell’incremento demografico nazionale, ma che si concentra, ovviamente, dove maggiori sono le possibilità di inserimento occupazionale, e quindi al Centro-Nord. Al Nord nel 2010 1 cittadino su 10 è immigrato, mentre al Sud soltanto 3 su cento. Nei prossimi venti anni il Mezzogiorno perderà quasi un giovane su quattro e nel Centro-Nord oltre un giovane su cinque sarà straniero. Nel 2050 gli under 30 al Sud passeranno dagli attuali 7 milioni a meno di 5, mentre nel Centro-Nord saranno sopra gli 11 milioni. La quota di over 75 sulla popolazione complessiva passerà al Sud dall’attuale 8,3% al 18,4% nel 2050, superando il Centro-Nord dove raggiungerà il 16,5%. Per lo Svimez il rischio è che bassa natalità, bassissima attrazione di stranieri, emigrazione verso il Centro-Nord e l’estero trasformino entro un quarantennio un’area giovane e ricca di menti e di braccia in un’area spopolata, anziana, ed economicamente sempre più dipendente dal resto del Paese.
http://www.cgilmodena.it/il-miracolo-del-sud-che-ancora-non-esplode.html