21 Nov 2011
di Ciro Spagnulo e Mohcine El Arrag
In Italia i governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni non hanno fatto niente per facilitare agli stranieri la possibilità di accedere alla cittadinanza e di partecipare alla vita pubblica e politica. Invece molto hanno fatto per rendere la loro vita sempre più difficile, come dimostra, da ultimo, l’arrivo del “permesso a punti”, ultimo colpo di coda del Governo Berlusconi in tema di immigrazione. Previsto dal “pacchetto sicurezza” del 2009, è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 263 di venerdì 11 novembre 2011 il provvedimento che lo disciplina. Entrerà in vigore il prossimo 10 marzo e riguarderà i nuovi arrivati di età superiore ai sedici anni. Non solo il “permesso a punti” si presenta come un ennesimo elemento di sofferenza e di vessazione psicologica e burocratica, ma comporterà un considerevole aggravio del lavoro dell’amministrazione pubblica, che peraltro dovrà essere svolto a zero costi. Prevede un sistema di premi e penalizzazioni legato al comportamento che fa diminuire o aumentare i 16 punti conferiti al nuovo arrivato al momento della stipula del cosiddetto “accordo di integrazione”. Dopo due anni, conseguiti 30 punti, lo Stato considera onorato l'”accordo” . Al di sotto dei 30 punti viene concesso un altro anno per recuperare i crediti persi. Se il numero dei crediti finali è pari o inferiore a zero, c’è l’ espulsione dal territorio nazionale.
Il permesso a punti, che presenta dubbi di legittimità costituzionale sotto vari profili, pretende dagli immigrati requisiti difficili da soddisfare anche per gli italiani, come ad esempio la regolarità degli affitti, e conoscenze, come quelle sulla Costituzione, che perfino tanti parlamentari non hanno. Inoltre, stabilisce come obbligo comportamenti naturali per chiunque, ma evidentemente, e maliziosamente, non considerati tali per gli immigrati, come mandare i figli a scuola. In quanto all’obbligo dell’educazione civica, sa di burla proposto da chi ha dileggiato con i propri comportamenti l’unità dello Stato, la sua bandiera e l’onore delle cariche ricoperte.
PER SAPERNE DI PIU’:
Il testo del regolamento approvato con D.P.R. 14 settembre 2011, n. 179
Il testo dell’all.A modello dell’accordo di integrazione
Il testo dell’all. B i crediti riconoscibili
Il testo dell’allegato C debiti decurtabili