28 Nov 2014
Secondo un sondaggio sulla diffusione di pregiudizi e stereotipi dell’Istituto Piepoli per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, i ragazzi italiani fra i 14 e i 17 anni sono fortemente consapevoli del clima discriminatorio che spesso si crea, sia nella realtà “mediata” che nella loro quotidianità. I più discriminati, agli occhi dei giovani intervistati, sono gli omosessuali (93%), i rom (92%) e le persone grasse (87%), ma anche le categorie più deboli della società, come i disabili o i poveri (72%), e persino i meridionali sono vittima di discriminazione per oltre il 40% degli adolescenti interpellati. Per il 79% gli adolescenti stranieri, nello specifico africani, sarebbero vittime di discriminazione.La stragrande maggioranza dei ragazzi che ha risposto condanna il pregiudizio come un atteggiamento sbagliato e mai giustificabile (86%). Anche i vecchi schemi sessisti, per i quali ad esempio solo le donne dovrebbero fare i lavori domestici mentre gli uomini hanno più possibilità di avere successo al lavoro, sono superati tra le nuove generazioni.Tuttavia qualcuno ammette di avere dei preconcetti verso alcune tipologie di persone, in particolari contesti o situazioni. Si tratta, ad esempio, di atteggiamenti di diffidenza verso i rom (42% non si fida di loro) o verso i musulmani (22% li guarda con sospetto in determinate situazioni). E da dove arrivano questi pregiudizi?I ragazzi sono consapevoli delle responsabilità di internet e televisione in quanto veicoli del pregiudizio: vedono un possibile antidoto soprattutto nella famiglia e nella scuola, da questi soprattutto si aspettano un efficace contrasto al dilagare di qualsiasi forma di comportamenti discriminatori.