PIVANTI (CGIL) ALL’ASSESSORE SITTA: “RIBADISCO LA NECESSITÀ DI CONFRONTO PREVENTIVO E LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI ALLE SCELTE STRATEGICHE SUL FUTURO DEL TERRITORIO MODENESE”

28 Mag 2010

Modena, 28 maggio 2010

 

 

 

Nella replica dell’assessore del Comune di Modena Sitta alle mie valutazioni su sviluppo della città e del territorio provinciale, c’è l’accusa alla Cgil di non voler dare risposte di merito ai quesiti da Lui posti, quasi che la Cgil fosse disinteressata ai temi della casa e del lavoro, alle esigenze dei soggetti più deboli.

Questo sì è sconcertante, ma peggio è sbagliato! E questo lo sanno bene le Istituzioni, i lavoratori, coloro che vivono in affitto e chi sta lottando per difendere il proprio posto di lavoro. Persone tutte che da sempre trovano nella nostra Organizzazione, e nelle sue Categorie, il primo fondamentale punto di riferimento e di sostegno, e di lotta.

Ciò che pare fatichi a capire l’Assessore è il concetto di confronto e di coinvolgimento delle parti sociali e dei cittadini, che per essere tale deve essere preventivo.

Nel mio intervento di 2 giorni fa, ho cercato di evidenziare la questione inedita con cui dovrà misurarsi il nostro territorio stante l’insieme delle problematiche presenti: crisi, occupazione, crescita, qualità del lavoro e dello sviluppo, qualità della vita, difesa e allargamento del welfare.

Nasce da questa lettura l’esigenza più volte ribadita dalla Cgil di aprire un confronto vero sui temi della prospettiva e della crescita capace di orientare le scelte su cui costruire il futuro della nostra città e del nostro territorio provinciale.

Modena e i Comuni limitrofi (Area vasta) debbono trovare, così come l’insieme della provincia, una unica sede di programmazione degli interventi e per fare ciò è a nostro parere necessario aprire una grande stagione di confronto e di partecipazione con i Sindacati, le Associazioni e i cittadini per costruire insieme un tessuto sociale ed economico coeso e solidale.

E’ una richiesta di confronto, dialogo e partecipazione sulle grandi opzioni che, ancora una volta, rivolgo all’insieme delle Amministrazioni comunali, sapendo che dalle scelte che si faranno in questi mesi dipenderà gran parte del nostro futuro e delle persone che rappresentiamo (lavoratori, pensionati, giovani, disoccupati, cittadini/cittadine stranieri).

Per me non è parlare d’altro, e non vorremmo essere chiamati a pronunciarci a decisioni assunte!

Compete alle Amministrazioni decidere quale rapporto avere con i Sindacati e con il tema più ampio della partecipazione democratica.

A me pare una strada sempre obbligata. Resa ancora più urgente dalle difficoltà sociali presenti e che saranno rese ancora più drammatiche dal permanere della crisi e dai provvedimenti annunciati dal Governo – sbagliati, iniqui e inaccettabili per la Cgil, e come dice il Sindaco Pighi “vigliacchi” – che ancora una volta scaricano i costi della crisi su lavoratori e pensionati e sulla riduzione del welfare e dei diritti.

Basti pensare a provvedimenti tesi a ridurre la presenza dello Stato nell’economia e nel welfare, il blocco dei contratti pubblici e del turn-over, sostegni inesistenti o inadeguati per chi ha perso il lavoro e per le prospettive di migliaia di lavoratori in cassa integrazione, l’ulteriore forte riduzione dei trasferimenti agli Enti locali e alle Regioni che colpiranno sanità, welfare e le famiglie più deboli (non autosufficienza, disabilità).

Questi sono i temi che dovranno vedere le Amministrazioni in prima linea con il coinvolgimento di tutte le parti sociali.

 

Donato Pivanti segretario Cgil Modena

 

 

 

 

Modena, 26 maggio 2010

 

VARIANTE PEEP, NON È IL SOLO PROBLEMA DELLA CITTÀ E DEL TERRITORIO !

 

 

di Donato Pivanti, segretario generale Cgil Modena

 

Spiace dover registrare da parte dell’assessore del Comune di Modena Daniele Sitta l’accusa di “silenzio assordante” sui temi della casa e dello sviluppo della città di Modena.

Forse, l’assessore Sitta dimentica che dal 2005 la Cgil ha posto, a partire dal proprio Congresso, il tema della crescita sostenendo che nella nostra realtà provinciale si sta crescendo troppo e per molti aspetti male!

Dal 2000 ad oggi la popolazione è passata da 632.000 a circa 700.00 residenti, quindi con un aumento di circa 70.000 unità. La Cgil ha chiesto che si aprisse una riflessione su questo processo convinti che il territorio è un bene finito e che occorra coniugare la crescita, alla qualità dello sviluppo, introducendo elementi di programmazione selettiva .

E’ ovvio che questa dinamica richiedeva e richiede una discussione capace di coinvolgere l’insieme delle Amministrazioni locali a partire dall’area vasta modenese, ovvero i Comuni contigui.

In tale contesto abbiamo apprezzato i contenuti del piano di programmazione provinciale (PTCP) che ha introdotto limitazioni ai processi di crescita ai PSC ed ai PRG che i Comuni intendevano adottare.

Nonostante la crisi che colpisce duramente la nostra realtà provinciale, e le limitazioni introdotte dal PTCP, ancora oggi registriamo un aumento della popolazione accompagnato da una forte presenza vuoti – invenduti o sfitti – 55.000 a livello provinciale, mentre le difficoltà economiche si abbattono sulle persone che hanno difficoltà a pagare i muti e gli affitti con un’impennata negli ultimi 2 anni (2009-10) degli sfratti per morosità.

E’ ovvio, quindi, che occorre intervenire a sostegno del bisogno di casa e degli affitti, ma occorre farlo all’interno di un contesto che sleghi gli interventi urbanistici dalla crescita, e dalla sua qualità, e dalle prospettive dell’occupazione.

Questa è la discussione che rivendichiamo da tempo al Comune di Modena e all’insieme delle Amministrazioni, compresa la necessità di definire strumenti capaci di costringere le immobiliari a mettere sul mercato degli affitti, gli appartamenti tenuti volutamente vuoti (forte aumento della tassazione, requisizione temporanea per fini sociali).

Una discussione che la Cgil auspica di poter svolgere all’interno degli Stati Generali sull’Economia più volte annunciate di cui però sino ad ora non sono chiari, né i tempi, né i contenuti.

In tale contesto, risulta poi fondamentale, stante la complessità dei problemi aperti, avere come interlocutori Amministrazioni disponibili al confronto e all’ascolto, portatrici di idee, ma aperte al dialogo, compresa la disponibilità a rivedere le proprie impostazioni.

Cosa che finora non è avvenuta.

Bisogna smettere una discussione in cui chi pone i problemi è un conservatore, o all’apposto, chi amministra automaticamente lo fa in nome di altrui convenienze.

Come superare l’impasse? Gli amministratori devono avere il coraggio di guardare alla realtà che cambia ed aprire con l’insieme della società una discussione generale su come dovrà essere questa città, il territorio modenese, l’area vasta modenese, assumendo la qualità del lavoro e la qualità della vita come elementi centrali, e la partecipazione dei cittadini come elemento essenziale della democrazia e della crescita culturale. Ovvero bisogna riprendere la meravigliosa storia di Modena degli Anni Sessanta e Settanta in cui la discussione sui Piani regolatori e sul futuro della città era l’occasione di un grande confronto di massa e di crescita collettiva.

 Donato Pivanti, segretario Cgil Modena

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