26 Nov 2021 diritto alla salute, inidoneità, poste italiane, ricorso, slc, trasferimento,
L’Azienda Poste Italiane fa marcia indietro rispetto al provvedimento di trasferimento di una postina di Modena verso il centro meccanico di Bologna a 60 km da casa a seguito di una inidoneità fisica.
E’ stato infatti accolto il ricorso presentato al Tribunale di Bologna dal sindacato Slc/Cgil Modena e dai suoi legali verso un provvedimento che imponeva il trasferimento di una lavoratrice che per una serie di patologie era stata adibita ad altra mansione, costringendo la società a riammettere in servizio la lavoratrice presso l’ufficio di provenienza.
La lavoratrice con mansione di portalettere addetta ai servizi esterni era stata ritenuta inidonea alla suddetta mansione a causa di una patologia che l’ha vista costretta ad una visita presso il collegio medico della Ausl di Modena nel 2019.
A seguito di ciò la Commissione Medica riteneva la la lavoratrice collocabile in mansioni differenti a quella assegnata, con mansione che non comportassero servizi esterni.
Poste Italiane successivamente al provvedimento dell’Ausl ha prima assegnato temporaneamente poi definitivamente la lavoratrice al Centro di Smistamento di Bologna, situato a circa 60 km dalla sua abitazione, dichiarando di non avere uffici disponibili in cui collocarla in tutta la provincia di Modena e rifiutando la rivalutazione del caso più volte come chiesto da Slc/Cgil.
La pratica aziendale di trasferire a seguito di inidoneità fisica è ormai in uso da diversi anni ed è per la Slc/Cgil inammissibile e non in linea con gli accordi sottoscritti.
Ci risulta che ad oggi la carenza di organico nelle lavorazioni interne e manuali della provincia di Modena sia oltremodo diffusa e che molto spesso l’Azienda Poste Italiane scelga di trasferire lavoratrici e lavoratori dichiarati inidonei da commissioni mediche presso i centri logistici più per un tentativo di punizione che per reali esigenze di servizio.
Riteniamo questa fattispecie di trasferimenti ingiusti e illegittimi aggravati dal fatto che Poste Italiane continua a non fornire alle Organizzazioni Sindacali le piante organiche del personale minimo da applicare nei diversi centri di recapito della provincia di Modena.
Tale comportamento aziendale si scontra con il diritto alla salute dei dipendenti più fragili e con patologie e aggrava ulteriormente il loro stato di disagio, costringendoli spesso a lunghe trasferte per il raggiungimento del posto di lavoro con aggravi di costi non sostenibili.
Esprimiamo grande soddisfazione per questa conquista e chiediamo all’Azienda Poste Italiane di abbandonare immediatamente ulteriori pratiche di questo tipo nel rispetto del Diritto alla Salute.
Occorre che l’Azienda Poste riconosca il lavoro del postino come gravoso e che tuteli maggiormente chi dopo anni di servizi esterni sviluppa patologie riconducibili alla mansione.
Questa sentenza conferma che Slc/ Modena c’è e sarà sempre al fianco dei lavoratori postali per rivendicare diritti fondamentali come la tutela dei soggetti più fragili.
Slc/Cgil Modena
Modena, 26/11/2021
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