13 Mag 2014
Il tredicesimo rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia della Caritas, “False partenze”, apre una finestra sul fenomeno della povertà secondo l’esperienza delle 220 Caritas diocesiane. All’interno del Rapporto sono i riportati i dati del fenomeno (di fonte Caritas) e le principali tendenze di mutamento.
A livello complessivo si conferma la presenza di una quota maggioritaria di stranieri (61,8%) rispetto agli italiani (38,2%). Infatti, di particolare criticità appare la condizione delle famiglie straniere, colpite in modo prevalente dalla componente occupazionale della crisi economica. Si tratta di persone e famiglie sospese tra paesi di origine sempre più lontani geograficamente e culturalmente, e una realtà italiana poco solidale, di corta memoria, scarsamente riconoscente dell’apporto degli stranieri all’economia e alla demografia nazionale.
Tutti gli indicatori di deprivazione materiale forniti dall’Istat riportano una forte penalizzazione della componente straniera. Ad esempio, il reddito mediano delle famiglie straniere è pari al 56% di quello degli italiani. Un quarto delle famiglie straniere non è in grado di pagar con puntualità fitti e bollette (contro il 10,5 e l’8,3% degli italiani). Nel complesso, si registra tra gli immigrati un aumento della disoccupazione di lunga durata, il rafforzamento delle tendenze all’etnicizzazione dei rapporti d’impiego, l’aggravamento del problema del sottoinquadramento rispetto al livello di istruzione, la riduzione delle retribuzioni, la precarizzazione dello status contrattuale.
La crisi occupazionale riporta gli stranieri indietro di parecchi anni, a periodi che sembravano trascorsi, contrassegnati da forte rischio di irregolarità (entro sei mesi dalla perdita del lavoro, se non si trova una nuova occupazione ) se non già in situazione di conclamata irregolarità. Una importante differenza che caratterizza gli stranieri rispetto alla perdita di lavoro risiede nel fatto che, mentre nel caso degli italiani, il fenomeno della disoccupazione ha colpito prevalentemente le classi più giovani, e quindi i figli che restano nei nuclei di origine, nelle famiglie straniere straniera la persona che ha perso il lavoro è anche la persona che assolve la funzione di breadwinner.
Una conferma del crescente stato di vulnerabilità finanziaria delle famiglie straniere risiede nel progressivo calo delle rimesse degli immigrati verso il paese di origine.