POVERTA'. PROPOSTO IL SIA

30 Set 2013

 

 

 di Ciro Spagnulo

 

Sono drammatici i numeri della povertà in Italia. Secondo l’Istat (dati 2012) è relativamente povero il 12,7% delle famiglie (per un totale di 3 milioni 232 mila) e il 6,8% lo è in termini assoluti (1 milione 725 mila). Le persone in povertà relativa sono il 15,8% della popolazione (9 milioni 563 mila) e quelle in povertà assoluta l’8% (4 milioni 814 mila). Sono numeri in crescita da anni. Non solo per colpa della crisi, ma anche della mancanza da sempre di politiche nazionali volte a contrastare il fenomeno. Per questo è stata accolta positivamente la notizia della proposta lanciata dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini di creare un istituto di sostegno per l’inclusione attiva (Sia). Non si tratta di un reddito di cittadinanza (rivolto cioè a tutti indistintamente), ma di un sostegno rivolto ai poveri. L’obiettivo del SIA è quello di permettere a tutti l’acquisto di un paniere di beni e servizi ritenuto decoroso sulla base degli stili di vita prevalenti. Il sostegno economico non è però incondizionato. Il beneficiario s’impegna a perseguire concreti obiettivi di inclusione sociale e lavorativa. La misura è rivolta anche ai cittadini stranieri legalmente residenti.

La proposta del ministro Giovannini è ora aperta al dibattito pubblico e solo successivamente sarà sottoposta al Parlamento. La Cgil ha già espresso il proprio parere e chiesto uno specifico tavolo di confronto. Il Segretario Confederale Vera Lamonica ha sottolineato l’urgenza dell’adozione “di uno strumento di contrasto alla povertà, anche a fronte dell’insostenibile aumento, a causa della lunga e perdurante crisi, delle persone e delle famiglie in condizione di povertà assoluta e di povertà relativa” ed ha però espresso forte preoccupazione per le modalità di reperimento delle risorse:” non può essere ‘una partita di giro’ tra i fondi (pochi) destinati al sociale”, ha detto. “Sono necessari investimenti adeguati che ne garantiscano la funzionalità a regime e un segnale forte a partire dalla prossima legge di bilancio”.

Il rischio di povertà e di deprivazione sociale è più alto tra i cittadini stranieri anche quando lavorano. Costituiscono, infatti, un caso esemplare di workig poor. Hanno retribuzioni e, quindi, redditi, mediamente più bassi degli italiani e tale differenza arriva al 40% nel caso dei redditi familiari. E’ stato clcolato che è a rischio di povertà o in grve deprivazione materiale il 58% di coloro che vivono i famiglie di soli stranieri con cittadinanza di paesi a svilppo non avanzato (leggasi Stranieri e disuguali edito da il Mulino e a cura di Chiara Saraceno, Nicola Sartor e Giuseppe Sciortino).

IN EUROPA 25 MILIONI DI NUOVI POVERI ENTRO IL 2025

Se gli Stati membri dell’Unione europea continueranno ad attuare politiche di austerità, in Europa nei prossimi dodici anni potrebbero esserci tra 15 e 25 milioni di nuovi poveri: un numero di persone equivalente a quello che vive oggi nei Paesi Bassi e in Austria, facendo salire il numero dei poveri nella UE a 146 milioni di persone, ovvero più del 25% della popolazione europea.

Lo afferma un rapporto pubblicato da Oxfam. Il rapporto evidenzia come le misure di austerità stiano aumentando la concentrazione della ricchezza nelle mani del 10% di europei già più abbienti

Il rapporto di Oxfam è corredato da una serie di casi di studio paese. Lo studio sull’Italia, evidenzia come anche nel nostro paese le politiche di austerity abbiano inciso in modo negativo sui livelli di povertà e disuguaglianza: il 20% delle famiglie riceve il 40% dei redditi, mentre il 20% più povero riceve solo l’8% della ricchezza. Negli ultimi dieci anni la ricchezza finanziaria netta media è stata ridotta del 40,5 per cento a famiglia (da 26.000 euro a 15.600 euro a famiglia).

http://www.lavoro.gov.it/PrimoPiano/Pages/20130916_presentazione-relazione-povert%C3%A0.aspx

http://www.lavoro.gov.it/PrimoPiano/Documents/Relazione_povert%C3%A0_18settembre2013.pdf

http://www.lavoro.gov.it/PrimoPiano/Documents/Sintesi_Relazione_Povert%C3%A0_18settembre2013.pdf

http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=21466

http://www.istat.it/it/archivio/95778

http://www.inca.it/Archivionews/DettaglioNotizia.aspx?guid={5506AF39-8EEB-4886-B5A2-ED978612FFCE}&parentId=875

http://www.inca.it/Archivionews/DettaglioNotizia.aspx?guid={15E78F73-6805-4ECB-95B1-0688EB4760D5}&parentId=875

http://www.inca.it/Archivionews/DettaglioNotizia.aspx?guid={08A7458A-3FB4-48EB-A735-44B37CA7675C}&parentId=875

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