15 Feb 2013 sisma, sisma 2012,
Modena, 15 febbraio 2013
A quasi nove mesi dal disastroso sisma della Bassa, tutti siamo in grado di fare un punto più concreto dei tentativi fatti ,da parte di imprese malavitose, per inserirsi nel “grande affare”.
Grazie anche alle “normative argine” introdotte dal Commissario Straordinario, poi al Protocollo molto innovativo sulla legalità nella ricostruzione sottoscritto da Istituzioni, Sindacati ed Imprese, ed al lavoro paziente del Gruppo Interforze-Girer, il quadro risulta chiaro e sgombro da ogni dubbio.
Prenderne atto e stringere ancor più le maglie della prevenzione è, da oggi, un obbligo per tutti.
L’enorme impegno per lo smaltimento delle macerie a terra, per una mole che ha già superato le 250.000 tonellate, prosegue, dopo i picchi dell’emergenza, a ritmi più contenuti ma tuttora nell’ordine di circa 700 ton./giorno.
E non è ancora misurabile l’entità delle macerie che deriveranno dalle migliaia di lavori previsti per le future ristrutturazioni e risanamento dei danni.
Questo è stato il primo “affare” annusato dai clan e qui abbiamo visto i primi “inserimenti” nel pieno dell’emergenza.
Oltre alle tante imprese, locali e nazionali, che si sono prodigate nei lavori, emerge un primo bilancio di società “escluse dalle Liste di Merito per sussistente ed attuale pericolo di infiltrazione mafiosa”. O altre ditte ad esse collegate.
L’iscrizione alla White List è stata finora negata ad una decina di imprese, oltre alle 40 precedentemente escluse dagli appalti.
Parliamo delle imprese Ge.Co e Scaviter, strettamente collegate tra loro dallo stesso staff dirigenziale, e per i conseguenti subappalti affidati alle due ditte di Isola C.Rizzuto, la Tipaldi Trasport e la Gama Autotrasporti.
Vi è poi l’esclusione della F.lli Baraldi che si aggiunge all’interdittiva prefettizia di oltre un anno fa per il suo legame con la Eco.Ge di Gino Mamone, trapiantato a Genova da Gioia Tauro ed esattamente un anno fa condannato a tre anni da quel Tribunale per corruzione.
Questo filone “genovese” torna e ritorna, con ingenti lavori nella nostra regione – all’ex centrale di Caorso – e nel modenese coi lavori all’ex zuccherificio di Finale e appalti della Bonifica Burana.
Senza sottovalutare le tre indagini in corso sulle ditte coinvolte nello smaltimento di amianto a S. Felice.
La Cgil segnala inoltre la scorrettezza della ditta Ge.Co. che, dopo l’esclusione prefettizia e la conseguente sospensione dei pagamenti da parte di Aimag, si è “messa al sicuro” col classico ricatto di “non poter versare le retribuzioni ai 25 dipendenti” !
Senza scordare la denuncia fatta da Cgil per quella impresa Laghi prefabbricati che distribuiva pubblicità promozionale per “pacchetti” di operai romeni a costi e condizioni irregolari e vergognose.
Al quadro si aggiungono le due imprese modenesi confiscate per attività mafiose: una Srl e una “coop spuria” di logistica !!
E’ un panorama modenese preoccupante che impone attenzione quotidiana e celerità nel continuo aggiornamento delle White List per escludere le imprese sospette. La materia è delicata ed occorre massima serietà.
Incredibili e invece poco serie, a tale proposito,le ultime dichiarazioni del sen. Giovanardi, strenuo difensore della impresa F.lli Baraldi perché esclusa dalla Prefettura e, pochi mesi fa, della Pi.Ca. di Nonantola i cui titolari furono additati dall’on. Isabella Bertolini di organizzare la “scalata dei casalesi” al congresso provinciale di quel partito.
La Pi.Ca. si è egualmente aggiudicata la ricostruzione della scuola terremotata di S. Possidonio, per poi chiudere i battenti a Nonantola e riaprirli con altra società Sapin a Formigine.
Il sen. Giovanardi dovrebbe andare dal giudice a chiarire perché – a proposito della White List – “la sua gestione finora ha colpito non la mafia, ma aziende sane del territorio”.
La strada invece è quella giusta, anche se in salita, ed occorre perfezionarla.
Rendere cogente il “prezziario regionale” per appalti e lavori privati con contributo pubblico.
Massima tracciabilità dei flussi di denaro e congruità dei costi, rispetto all’impiego di mano d’opera regolare.
Superamento del massimo ribasso nell’affidamento dei lavori ed adozione del rating di legalità per le imprese, recentemente varato dall’Antitrust.
Avvio delle Stazioni Uniche Appaltanti per qualificare i bandi sui lavori ed intensificare i controlli.
Apertura di Tavoli Provinciali di confronto presso le Prefetture con tutte le forze sociali ed economiche, già previsti dalle Linee Guida Antimafia col Decreto 74 del 2012.
Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale