28 Ott 2020 corteo sciopero, crisi aziendale, filt, nippon express,
Questa è una storia che prende le sue mosse parecchi anni fa e racconta della mancanza di lungimiranza e visione strategica del nostro territorio.
Non c’è bisogno di ricordare l’importanza e i numeri (anche economici) del distretto del tessile nostrano, carpigiano in primis.
Non si può dire che lo sviluppo del settore e delle eccellenze dei marchi che lo caratterizzano, la maggior parte dei quali leader di settore a livello italiano e non solo, sia andata di pari passo con lo sviluppo strategico dei servizi collegati, in primis la logistica del tessile, funzionale e altrettanto importante dal punto di vista strategico per il distretto.
La mancanza di sinergia, che ha contraddistinto lo sviluppo del distretto ha fatto sì che negli anni non si siano sviluppati dei player logistici di dimensioni importanti o sufficientemente rilevanti sul territorio.
Tale fatto ha visto per anni una congerie di aziendine e consorzi che si occupavano, in appalto o in subappalto, della logistica, del confezionamento e delle spedizioni, mentre in altre realtà territoriali si sviluppavano investimenti in termini di magazzini che hanno portato ad un progressivo concentramento dei servizi logistici che ha progressivamente svuotato il territorio carpigiano e modenese.
All’inizio del 2020 vediamo l’inizio dell’ultimo capitolo di questa storia.
Nippon Express, multinazionale giapponese leader mondiale nei servizi logistici per i grandi marchi della moda, procede ad un ultima fusione per incorporazione delle società Traconf e Franco Vago (società italiane leader che portavano in dote un pacchetto di clienti di alto profilo), svuotando in parte il territorio e chiudendo due magazzini (siti in Campogalliano e Soliera) delocalizzando parte della produzione sul territorio veronese.
Vennero effettuati vari incontri con i sindacati e la Nippon, che nel frattempo apriva un nuovo magazzino su Bomporto, trasferendo lì una parte di lavoratori (principalmente però cittadini del carpigiano), garantì il massimo interesse e impegno a mantenere un presidio logistico, ma anche commerciale, sul territorio data l’importanza del distretto tessile nostrano e la strategicità della prossimità, anche fisica, ai quartieri generali di alcuni dei principali player del settore, appunto siti nella zona del carpigiano.
A distanza di neanche un anno la doccia fredda. Nei giorni scorsi i lavoratori residui operanti sul sito di Bomporto – 22 persone di cui 7 dipendenti diretti di Nippon Express e 15 lavoratori in appalto con la ditta Dorado srl – hanno appreso (dapprima solo a livello verbale), della probabile chiusura dello stabilimento e dell’attività sul territorio, in totale spregio dell’occupazione di queste persone, dell’importanza del lavoro svolto e delle millantate ipotesi strategiche e di vicinanza e contatto con il territorio da parte dell’azienda.
I lavoratori che, insieme alla Filt Cgil di Modena, avevano già aperto lo stato di agitazione a fronte delle mancate risposte aziendali, a seguito di questa comunicazione formale giunta solo ieri l’altro si sono riuniti in assemblea ieri 27 ottobre 2020 e hanno deciso la proclamazione di un primo pacchetto di 24 ore di sciopero, da decidere nelle sue modalità nelle prossime ore e giorni.
Non è tollerabile questo continuo e indiscriminato shopping di aziende nostrane da parte delle multinazionali che non tiene in minima considerazione il lavoro e la vita delle persone (alcune di queste operano nel settore da decenni), l’importanza sociale di un bacino territoriale fatto di specificità e professionalità che hanno fatto grande un distretto e l’economia di un territorio.
I lavoratori di Nippon Express e Dorado, insieme alla Filt Cgil di Modena, contestano e denunciano con fermezza un modello di svilimento e depauperamento insostenibile e rivendicano il loro diritto al lavoro e alla dignità e importanza del ruolo che le professionalità logistiche svolgono all’interno della filiera del tessile e della moda.
La Filt Cgil di Modena, oltre a supportare la lotta di questi lavoratori lancia un appello al mondo politico, alle amministrazioni del territorio e al mondo imprenditoriale affinché si facciano parte attiva in questa vicenda, perché il territorio modenese non perda un altro pezzo vitale della filiera economica del tessile carpigiano e più nello specifico di uno dei distretti che ha portato la nostra provincia e le sue eccellenze ad essere conosciuta in tutto il mondo.
Modena, 28/10/2020