30 Set 2014 silp per la cgil,
Dopo le accuse europee di non prendere le impronte ai migranti che sbarcano sulle nostre coste e di metterli così nelle condizioni di raggiungere i Paesi di destinazione aggirando il Regolamento Dublino, il quale prevede che la richiesta di asilo venga fatta nel primo Paese di arrivo, l’Italia corre ai ripari.
Lo fa con una circolare che il ministero dell’Interno ha emanato a metà settembre. La circolare non consente più di chiudere un occhio come è effettivamente avvenuto fino a questo momento, ma le regole più stringenti rischiano di far saltare definitivamente il sistema di accoglienza, come denunciano le associazioni. La circolare parla anche dei controlli sanitari e dell’organizzazione dei servizi di ordine pubblico nelle province di destinazione.
Sulla circolare interviene anche il sindacato di polizia Silp-Cgil, che mette in evidenza “le rilevanti problematiche relative alle procedure da seguire nella gestione dei gruppi, piu’ o meno numerosi, di immigrati che giornalmente giungono sulle coste italiane”.
Secondo il segretario del sindacato Daniele Tissone, “la scelta di distribuire gli immigrati in diverse localita’ nazionali sta infatti determinando tra il personale interessato all’accoglienza, al trasporto e alla custodia un generale stato di confusione per l’assenza di un’informazione compiuta sullo stato dei soggetti, anche sotto il profilo sanitario alla quale va sommata l’assenza di un formale ed univoco protocollo operativo che disciplini in modo chiaro procedure da seguire, tempi, screening sanitari e soggetti preposti, da quando lostraniero entra sul territorio nazionale e, a seguire, in tutte le fase successive”.
Per Tissone, “alla luce della nuova disposizione, risulta difficile anche comprendere, per gli operatori degli Uffici di Polizia territoriali, destinatari di gruppi di migranti, se questi siano stati gia’ sottoposti a rilievi foto segnaletici sulla navi militari o subito dopo lo sbarco, onde evitare ripetizioni di accertamenti tecnici”.