11 Mar 2011
PROPOSTA DI DIRETTIVA SUL “PERMESSO UNICO”. LA CGIL INVITA A SOSTANZIALI MODIFICHE
Dopo la bocciatura di dicembre, avvenuta nel corso di una plenaria dell’Europarlamento, la Commissione Libertà civili (Libe) del Parlamento europeo si è nuovamente espressa sulla proposta di direttiva sul “permesso unico”, che per i proponenti risponde alla necessità di introdurre un documento unico per lavoro e soggiorno per i lavoratori non comunitari, escludendo la possibilità di richiedere documenti addizionali da parte degli Stati membri. La proposta di direttiva, sostenuta dalla Commissione UE, prevede una procedura amministrativa unica per l’ottenimento di un documento di lavoro e del permesso di soggiorno. Prevede, inoltre, la parità di diritti per quanto riguarda, tra l’altro, condizioni di lavoro, sicurezza sociale e diritti pensionistici. Dopo le modifiche apportate dalla Libertà Civili a seguito della bocciatura (determinata soprattutto dal gruppo socialista che teme che il provvedimento crei discriminazione tra lavoratori) tornerà al voto del Parlamento Europeo il 23 e il 24 marzo. La bocciatura era stata determinata soprattutto dal gruppo socialista che teme che il provvedimento crei discriminazione tra lavoratori. Anche la Cgil, che insieme ad alcune categorie (Fillea, Fiom, Flai, Filcams, Filt) ha avviato un percorso di approfondimento e discussione, vede nella proposta di direttiva molte criticità che la spingono a ribadire”che non possiamo:
condividere una legislazione dell’UE che discrimini i lavoratori provenienti da paesi terzi a livello giuridico e pratico;
essere d’accordo con un sistema in base al quale i lavoratori provenienti da paesi terzi entrino nel territorio europeo attraverso uno Stato membro e successivamente possano essere distaccati senza problemi in un altro Stato membro, aggirando le disposizioni legislative e contrattuali di tale Stato;
essere d’accordo sul fatto che la liberalizzazione dell’accesso al mercato del lavoro dell’UE si trasformi di fatto nella creazione di un doppio regime, per di più in assenza di controlli preventivi efficaci ed efficienti e sanzioni adeguate in caso di abusi da parte delle imprese.”
In ragione di questa considerazioni la Cgil sollecita “un intervento più forte e risolutivo per una sostanziale modifica dell’impostazione della proposta di direttiva sul ‘permesso unico’ ” “e “la massima attenzione affinché la discussione sulle proposte di Direttiva ‘lavoro stagionale’ e ‘trasferimento intra-societario’ non introduca principi inaccettabili e lesivi dei diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori”.
gTale intervento”, dice ancora la Cgil, “dovrà inoltre sollecitare il recepimento immediato nel nostro paese della direttiva CE/2009/52 e riattivare la discussione sull’apertura di canali di ingresso legali per ricerca occupazione che non possono limitarsi a lavoratori altamente qualificati (“carta blu”), nonché porre la questione della necessità di superare l’impostazione securitaria dell’attuale legislazione immigrazione, non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo”.
“La legislazione europea”, conclude la Cgil “in particolare in materia di lavoro e di diritti di cittadinanza, deve basarsi in ogni sua articolazione sul fondamentale principio di “uguale trattamento per tutti i lavoratori” a prescindere dal loro paese di origine e dalla tipologia di lavoro che svolgono.”