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Modena, 24 giugno 2013
I recenti dati del Ministero dell’Interno sui reati elaborati da “Il Sole 24 Ore”, integrati dai dati locali forniti da Questura e Carabinieri, rappresentano un’occasione per riflettere sulle reali tendenze e le possibili azioni di contrasto in provincia di Modena.
I numeri sono noti. Quasi tutte le tipologie dei reati commessi nell’ultimo anno sono in calo, ma non scippi e rapine, evidenziando problemi complessi che in larga misura esistono in territori e città doppie delle nostre.
In particolare, allarma la crescita dei furti in abitazione, ed ancor più dei reati di estorsione, tipici di una criminalità più organizzata e pericolosa.
Un bilancio di un anno di lavoro difficile per i Corpi modenesi delle forze dell’ordine, reso ancor più problematico dalle note carenze di organico che, complessivamente, superano le duecento unità nel territorio provinciale.
Il Questore ha ben sintetizzato il punto: “la nostra realtà esige forze con numeri più alti”.
Un modello di attività per le forze dell’ordine, sempre più condizionato dall’inedita complessità della crisi economica e sociale che stringe anche la nostra realtà. Occorre perciò non ridurre l’approccio ai problemi della sicurezza delle famiglie, dei cittadini e delle imprese, a mera questione di ordine pubblico.
Il Sindacato Confederale è ogni giorno impegnato nelle battaglie per le tutele di lavoratori e pensionati, ma anche per diritti effettivi di cittadinanza sociale e di sicurezza.
Accanto ad obiettivi rivendicativi nazionali – che la Cgil condivide con il sindacato di polizia affiliato Silp, ed altri sindacati di polizia e organi della Rappresentanza militare – per quanto riguarda il ri-adeguamento di organici e risorse, a livello locale condividiamo e raccogliamo la sfida proposta dal Questore di Modena: ” fare il massimo con le risorse che ci sono” oggi disponibili fra i diversi Corpi operanti nel nostro territorio.
Altro che “ronde” o spending review selvaggia!
Un approccio molto realistico e che propone una sfida a fare – qui ed ora – alcune “riforme locali” possibili, necessarie e senza costi aggiuntivi, in attesa di auspicabili interventi strutturali a livello nazionale.
Ne riproponiamo alcune, attuali e fattibili.
1-Anche a Modena, ogni Corpo di Polizia ha tuttora una sua autonoma Sala Operativa cui vanno aggiunte altre sale “minori” nell’ambito di alcune specialità.
L’appello è rivolto alle Autorità ed a tutti i parlamentari locali, affinché si richieda la possibile attivazione, seppur a titolo sperimentale, di una Struttura Operativa Unificata, con enorme risparmio di risorse ed evidente guadagno in efficienza. E’ già stato sperimentato in altri territori.
2- Analogamente, è possibile determinare una ragionevole ed urgente “cogestione” dell’attuale articolato sistema di videosorveglianza. Siamo oggi al paradosso di un unico sistema e più punti di visione e controllo contemporanei per ognuno dei Corpi di polizia locale e di stato, con evidente dispersione di personale.
3- La “Cabina di Regia” attivata presso la Prefettura con l’ultima stesura del Patto per Modena Sicura, dovrebbe assumere con maggior forza, alcuni filoni di attività e sperimentazione in materia di coordinamento e sicurezza del territorio.
4- Rafforzare il coordinamento operativo, oggi fortemente carente – come riconoscono i sindacati di polizia – fra i diversi Corpi che agiscono nel territorio, integrando modalità operative, interscambio di dati, mezzi ed informazioni.
5- In particolare, va superata l’attuale marginalità dei Posti Integrati di polizia in città e nei principali centri urbani, rafforzando la presenza di poliziotti, carabinieri e vigili di quartiere.
6- Un dato ormai certo, nella legislazione nazionale e regionale, è la definizione dell’area territoriale ottimale – in vista del superamento delle Province – che ha la dimensione delle Unioni dei Comuni. Da noi sono già una realtà.
Come sono una realtà in corso di consolidamento, anche nella nostra provincia, la conseguente costituzione dei Corpi di Polizia Municipale Intercomunali.
Ciò convive con una struttura organizzativa territoriale molto antica e disomogenea per gli altri Corpi: tre Commissariati, quattro sedi di Polizia Stradale, quattro distaccamenti della Finanza, quattro Compagnie, due Tenenze e trentanove Stazioni dei Carabinieri.
Con duplicazioni, carenze e scoordinamenti evidenti ed ormai ingiustificati che convivono.
Per mettere mano ad una possibile razionalizzazione territoriale, siamo convinti non sia necessario un Decreto dei Ministeri interessati !
7- Attivare un tavolo provinciale di confronto periodico fra il Gruppo Interforze presso la Prefettura ed una rappresentanza delle principali forze sociali e produttive della provincia, per monitorare i più significativi segnali di economia illegale, con particolare attenzione all’area del sisma, e di insicurezza urbana e nel territorio.
In ogni caso, il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza sarebbe la sede istituzionale opportuna per avviare una seria ipotesi sperimentale di riorganizzazione delle sedi e delle forze, nell’interesse della sicurezza e legalità per l’intera comunità modenese.
Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale