RAPPORTO EUROPEO SUL RAZZISMO. QUADRO PREOCCUPANTE NONOSTANTE I PROGRESSI

14 Mar 2012 discriminazioni, immigrati, immigrazione, lavoratori immigrati,

 

 

di Arturo Ghinelli

 

Il 21 febbraio è stato pubblicato il Rapporto sull’Italia dell’ECRI, Commissione Europea contro il razzismo e l’intolleranza.

Nonostante i progressi compiuti in Italia ci sono elementi preoccupanti.

Dal 2006 sono state introdotte pene meno severe per i reati di incitamento all’odio, inoltre tali reati sono stati definiti in modo restrittivo. Sono ancora pochissime le vittime di reati razzisti che sporgono denuncia e pertanto sono raramente applicate sia le disposizioni del diritto penale contro il razzismo, che le disposizioni contro la discriminazione. L’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) non è ancora autorizzato ad avviare un procedimento giudiziario e dipende sempre dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ in aumento il discorso razzista e xenofobo in politica, che prende di mira neri, africani, rom, romeni,r ichiedenti asilo e immigrati in generale. Spesso le dichiarazioni dei politici hanno provocato atti di violenza contro questi gruppi. Il discorso razzista provoca misure e politiche discriminatorie che alimentano la xenofobia all’interno della popolazione. Servizi e titoli sensazionali continuano ad apparire nei media che regolarmente presentano gli immigrati come causa di insicurezza. Numerosi siti internet contengono messaggi di odio razziale e perfino di istigazione alla violenza. Si sono verificate aggressioni particolarmente gravi e allarmanti contro i campi rom, che talvolta hanno messo in pericolo la vita dei loro abitanti. Le autorità italiane hanno introdotto una serie di misure riguardanti le condizioni di residenza degli immigrati, alcune delle quali, nel contesto del” pacchetto sicurezza”, hanno accresciuto l’insicurezza degli stranieri. La maggior parte dei Rom subisce gravi forme di discriminazione sia per l’accesso all ’alloggio, all’istruzione, al lavoro e alla salute. I pregiudizi nei confronti dei Rom si riflettono nelle decisioni adottate dai politici e dagli amministratori. Basti pensare che il censimento dei Rom che vivono nei campi avviene con la raccolta delle impronte digitali. I campi autorizzati vengono relegati in aree lontane dai centri urbani, il che equivale a una segregazione. In molte città si è assistito a demolizioni dei campi abusivi e a sgomberi forzati e il loro numero è aumentato dal 2008. L’introduzione, nel maggio 2009, della politica dei respingimenti, mediante la quale viene ricondotto al paese d’origine qualsiasi battello intercettato in mare aperto tra l’Italia e la Libia, ha privato un certo numero di persone della possibilità di chiedere asilo politico, con la conseguenza che vengono respinte persone bisognose di protezione secondo il diritto internazionale. Resta difficile per i richiedenti asilo l’accesso a una assistenza giuridica e ai servizi di un interprete e le numerose eccezioni al principio dell’effetto sospensivo dei ricorsi presentati contro il diniego della domanda. Le condizioni di vita nei CDA e nei CARA non sono sempre adeguate e non è stata adottata alcuna disposizione per assistere i richiedenti asilo che decidono di lasciare tali centri. Ci sono inoltre continue denunce di maltrattamenti di persone detenute nei CIE, le cui strutture sono giudicate inadeguate per i periodi di detenzione più lunghi (fino a 180 giorni) previsti dalla legge attuale. Persistono nella società italiana i pregiudizi contro i musulmani e i lavoratori migranti, che incidono pesantemente sulle loro possibilità di trovare un lavoro e sul loro trattamento sul luogo di lavoro. D’altro canto si registrano ogni anno alcune decine di incidenti antisemiti. Si constata che internet svolge un ruolo sempre più importante nella diffusione di idee antisemite. La crisi economica ha colpito particolarmente i lavoratori migranti. Sono continuamente segnalati casi di discriminazione per l’accesso a un’abitazione nel settore privato; contemporaneamente alcuni comuni stanno introducendo tra i criteri il possesso della cittadinanza italiana per l’assegnazione degli alloggi popolari. Il Rapporto, dopo aver esaminato la situazione, si conclude con ben 190 raccomandazioni che l’ECRI fa all’Italia affinché faccia dei passi in avanti nella lotta al razzismo, alla xenofobia e alle discriminazioni di ogni tipo e nei diversi settori della società.

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2055&l=it

COMUNICATO STAMPA

IL RAPPORTO

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