RAPPORTO SVIMEZ SULL'ECONOMIA DEL MEZZOGIORNO: “NORD E SUD SEMPRE SU STRADE DIVERSE"

12 Dic 2011

 

RAPPORTO SVIMEZ SULL’ECONOMIA DEL MEZZOGIORNO

NORD E SUD SEMPRE SU STRADE DIVERSE”

 

di Sara Sfa

 

Nella recente pubblicazione relativa al Rapporto 2011 sull’economia del Mezzogiorno, lo Svimez fornisce un quadro molto dettagliato della situazione socio-economica del Paese.

Nel mercato del lavoro diminuiscono gli assunti a tempo indeterminato. Si registra un netto incremento dei contratti atipici e di cassaintegrati con un tasso di occupazione di 22 milioni e un calo di 86ooo unità solo nel Mezzogiorno mentre, in generale, crescono gli occupati stranieri. In particolare questi ultimi rappresentano il motore dell’incremento demografico e risultano distribuiti in maniera disomogenea sul territorio. Infatti se al nord nel 2010 un cittadino su 10 è straniero al sud soltanto 3 su 100.

Nel 2010 i dati sulla disoccupazione segnano ancora un netto squilibrio tra il Sud, fermo al 13,4%, con il primato che spetta alla Sicilia e alla Campania al 14%, e il Centro-Nord, al 6,4%. Nello specifico, mentre l’industria subisce una battuta di arresto nel Sud cresce la domanda di lavoro in agricoltura.

Quanto alle migrazioni interne nel paese si riscontrano due realtà molto differenti; se da una parte si registra l’allontanamento dal Sud di giovani dall’altro vi è un Nord, prevalentemente Lombardia, che continua ad assorbire i migranti con conseguente mancato rimpiazzo di chi decide di andare via. Dal 2000 al 2009 si contano circa 600mila abbandoni del Sud anche se dalla crisi del 2008 in poi sono diminuiti i pendolari meridionali per l’impossibilità di affrontare i costi proibitivi degli spostamenti. In 13mila invece, molti dei quali laureati, hanno preferito l’estero allo spostamento interno a testimonianza dell’incapacità del paese di assorbire manodopera altamente qualificata.

Secondo il rapporto Svimez l’Italia è l’unico Paese europeo in cui ancora sussiste un fortissimo tasso di abbandono scolastico, in particolare al Sud più che nel resto della penisola, a causa del forte degrado socio- culturale familiare. Negli ultimi anni, tuttavia, si registra un aumento del numero dei ragazzi che hanno sviluppato competenze dalla lettura; sarebbero aumentati di quasi 8 punti percentuali nel 2009 rispetto al 27,5 % del 2003.

Ad accomunare settentrione e meridione è invece la difficoltà riscontrata in entrambe le zone geografiche dei giovani under 35 ad inserirsi nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione al solo 31% nel Mezzogiorno. Ancora più difficile trovare un’occupazione per le giovani donne, di queste solo una percentuale esigua, il 21%, risulta occupata al sud mentre al nord il 56,5%.

Il resoconto dello Svimez si chiude con un monito ben preciso: la necessità di rilanciare l’economia attraverso gli investimenti più che imporre delle misure restrittive che arrecherebbero il duplice svantaggio di penalizzare il meridione e frenare ulteriormente la crescita. Si dovrebbe piuttosto fare riferimento ad investimenti dove effettivamente sussistano delle potenzialità non utilizzate e sostenere il reddito più debole compensando i tagli alla spesa sociale. Il dirigente pubblico dovrebbe avere non solo responsabilità economiche ma anche elaborare delle strategie e non considerare il sud come un aggravio per le spese dello stato ma parte attiva della ripresa economica del paese.

http://www.svimez.it/

http://www.cgilmodena.it/dal-sud-italia-600mila-migranti-abnorme-lo-spreco-di-cervelli.html

http://www.cgilmodena.it/perde-giovani-non-attrae-stranieri-sud-a-rischio-tsunami-demografico.html

http://www.cgilmodena.it/rapporto-svimez-sulleconomia-del-mezzogiorno-%e2%80%9cnord-e-sud-sempre-su-strade-diverse.html

http://www.cgilmodena.it/il-miracolo-del-sud-che-ancora-non-esplode.html

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