RATING DI LEGALITÀ PER LE IMPRESE EMILIANE. MIGLIORARE GLI STRUMENTI DI CONTROLLO E PREMIALITÀ

07 Lug 2015

Modena, 7 luglio 2015

White List prefettizie. Liste di Merito regionali. Piani anticorruzione in ogni Ente pubblico. Rating di legalità per le imprese a cura dell’Antitrust.
Strumenti di verifica e controllo, per le ditte che operano nei lavori pubblici e privati,mirati alla prevenzione e salvaguardia anticorruzione ed infiltrazioni malavitose nell’economia.
Forse troppi e fra loro poco comunicanti, ma è bene non toglierli in nome di una “antiburocrazia” che strizza l’occhio al lasciar correre o al malaffare.
Verifiche tanto più attuali e necessarie, alla luce delle indagini aperte con Aemilia e gli sviluppi Cpl, che stanno aprendo scenari sugli intrecci perversi fra appalti scorretti, flussi bancari, professionisti disponibili, almeno trecento imprese sotto controllo sospetto, centinaia di beni sequestrati e corruzione già radicate in queste nostre province.
Certamente, occorre lavorare per migliorarne l’efficacia e la semplificazione; non per abbassarne il rigore bensì per alzare gli argini.
Le scusanti polemiche possono non mancare, basta volerle strumentalizzare anche a partire dall’inchiesta CPL-Concordia.
Il Report, aggiornato al 2 luglio, dell’Autorità Nazionale Antitrust che riporta “Elenco delle imprese ammesse al Rating di Legalità” riporta l’ovvia esclusione della CPL in data 24 aprile 2015 (in allegato un estratto dell’elenco), a seguito del complesso e crescente procedimento giudiziario che ben conosciamo, dopo che la grossa cooperativa ne fu ammessa lo scorso anno, insieme a solo altre due imprese modenesi (Salvarola Terme srl e Tellure R. spa di Formigine).

Oltre alla revoca CPL, c’è un secondo intervento che in questi ultimi due mesi l’Antitrust rivolge a grandi aziende modenesi. Si tratta della pesante sanzione di ben 8,4 milioni abbattuta a metà maggio, sulla società Chef Express del Gruppo Cremonini, per “grave alterazione” della regolare concorrenza negli appalti per la ristorazione sulle autostrade, a seguito di estesi e ben mirati accertamenti della Guardia di Finanza.
Va perciò valorizzato il ruolo di questi strumenti di verifica.
E va perciò in ogni modo incentivata l’adesione delle imprese agli elenchi del “Rating” dell’Antitrust, a partire dalla sensibilizzazione delle Associazioni imprenditoriali ancora troppo fredde.
Per il Sindacato è importante riconoscere che un numero crescente di imprese esibisca la loro regolarità e rispetto degli obblighi fiscali, contributivi e contrattuali per il lavoro dipendente.

Purtroppo non c’è però la corsa. Basta scorrere i numeri dell’elenco delle imprese richiedenti/ammesse e non farsi abbagliare dalle percentuali riportate nei comunicati ufficiali.
Dalla chiusura 2014 ad oggi, il numero delle Ditte iscritte nell’elenco “buono” è – in Italia – più che raddoppiato.
Ancora meglio le imprese dell’Emilia Romagna ammesse nel Rating Legalità, accresciute del 295% e tra i primi posti fra le regioni italiane.
Passando però dalle buone tendenze percentuali ai freddi numeri assoluti, ci si rende conto della reale dimensione dell’interesse economico, etico e di immagine delle imprese verso questo riconoscimento.
Se lo scorso dicembre erano 31 le Società emiliano-romagnole ammesse nella Lista Antitrust, all’inizio di questo luglio sono n° 93.
Ben poche ! E così sparpagliate per le nostre province :
Piacenza n° 1; Parma n° 7; Rimini n° 9; Forlì-Cesena n° 10; Ferrara n° 10; Reggio n° 10; Ravenna n° 15; Bologna n° 18.
Nella nostra provincia modenese sono n° 13, per lo più residenti in città ( 5 ) o nel comprensorio sassolese ( 4 ). In maggioranza società s.r.l. , un paio di s.p.a. e – dopo la revoca CPL – due società cooperative : la CSC di S. Cesario e la coop sociale Nazareno di Carpi.
Nessuna raggiunge il massimo del punteggio/rating delle tre stellette con, anzi, una “media” modenese che si aggira sulle due stellette scarse, ma è pur sempre un buon inizio.

Anche il sistema delle Istituzioni pubbliche locali può svolgere però un ruolo importante per incentivare la tendenza.
A partire dalla assegnazione dei lavori, appalti e convenzioni, adottando alcune “buone pratiche” da immettere nei bandi di gara – in nome di una maggiore trasparenza,sostegno al lavoro regolare ed alla leale concorrenza – con norme di vantaggio per le imprese riconosciute dall’Antitrust. Il cosiddetto curriculum “di buona reputazione” da premiare nei bandi pubblici, come recepito proprio in questi giorni dal Protocollo firmato anche dai sindacati a Bologna: una buona scelta da estendere.

imprese con rating legalità

Franco Zavatti, Cgil Modena- coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale

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