“RATING DI LEGALITA’ ” PER LE IMPRESE. UN BUON TIMBRO PER LE SOCIETA’ PULITE E LEGALI. MA PERCHE’ SONO POCHISSIME LE DITTE CHE LO RICHIEDONO? ANCHE IN EMILIA ROMAGNA !

08 Feb 2021 cgil modena, evasione fiscale, imprese, interdittiva antimafia, irregolarità economiche, lavoro irregolare, legalità, rating legalità, riciclaggio, truffe,

Fare “prevenzione” è sempre necessario, andando però ben oltre le parole e costruendo fatti, scelte e percorsi concreti, individuali ma sopratutto sociali e collettivi.
Lo vediamo oggi, soffrendo il dramma Covid, quanto sia decisiva la prevenzione nei comportamenti personali e sociali.
Meno, molto meno, facciamo per prevenire, arginare ed isolare i pesanti e da tempo radicati virus che intaccano la nostra economia produttiva e commerciale.
Si tratta, purtroppo, di nostri record tra i Paesi europei: evasione/truffe fiscali e contributive; lavoro irregolare; riciclaggio; imprese con interdittive antimafia.
Ma, al di là delle “burocrazie”, una qualche buona regola per attrarre e spingere le imprese verso la piena regolarità e legalità, le abbiamo.
Due esempi importanti e concreti che “potrebbero” seminare ed accrescere la concreta prevenzione contro l’economia illegale e malavitosa? L’ammissione delle imprese negli Elenchi Pubblici del “Rating di Legalità” e delle “White List” .
Diciamo “potrebbero”, perché tuttora è molto carente l’adesione volontaria delle ditte italiane, ma anche emiliano-romagnole e modenesi, a dotarsi del “bollino” di merito che certamente onora il marchio aziendale.
Da questo pesante limite, emerge l’attività troppo debole delle Associazioni che rappresentano e organizzano le imprese – Confindustria e Confcommercio in primis – per argomentare e promuovere l’adesione delle loro aziende associate.

Considerazioni concrete e sorrette dai recentissimi dati. E’ faticoso ma utilissimo sfogliare le 172 tabelle che elencano le imprese col “bollino del Rating di Legalità“, rilasciato dalla Autorità nazionale Antitrust, che certifica un timbro di legalità/regolarità/tracciabilità nella “corretta gestione fiscale, contributiva, contrattuale ed antimafia per l’azienda richiedente“.
Una richiesta volontaria e gratis per la ditta.
In parole povere, l’iscrizione al Rating, riconosce un profilo imprenditoriale di effettivo e credibile sostegno all’economia pulita, lavoro regolare e di leale concorrenza.
Pertanto, un percorso reale e credibile per rafforzare la prevenzione e gli argini all’economia nera ed illegale.

Purtroppo però, sfogliando gli elenchi dell’Antitrust aggiornatissimi allo scorso 21 gennaio, sorprende l’esiguità dell’interesse imprenditoriale verso il bollino di legalità.
In tutta Italia i timbri del Rating raggiungono il bassissimo numero di 8.184 imprese.
Sfogliando ogni pagina, si ricostruisce anche la triste mappatura dei nostri territori (vedi allegato).
L’Emilia Romagna è sul podio nazionale fra tutte le regioni, però…magra soddisfazione, coi numeri puri e crudi che confermano di una imprenditoria regionale molto refrattaria nel valutarne l’importanza.
Sono solamente 1.023 le ditte nel Rating, rispetto al totale delle 370.259 imprese attive oggi nella nostra regione !
In particolare, per vedere fatti e non numeri, nelle nostre province gira così : Bologna ha 261 ditte nel Rating su 86.938 imprese bolognesi; poi Modena ne ha 168 sulle 53.064 imprese; Parma con 128 su 38.122 ; Reggio Emilia con 104 su 41.592; Ravenna con 97 su 30.981; Forlì-Cesena con 92 su 35.022; Ferrara con 66 su 26.140; Piacenza con 59 su 23.669 e Rimini …con ben 48 nel Rating su 34.731 imprese.
Il primato di sensibilità va riconosciuto alle nostre imprese Cooperative – quelle vere, non spurie – pur essendo meno del 2% del numero totale delle nostre imprese.
Sfogliando quel report vediamo, ad esempio, la fisionomia delle 168 imprese di Modena col marchio rosa del Rating : N° 94 sono S.R.L. ; N° 38 sono Coop ; N° 36 sono S.P.A.
E a proposito del quadro modenese, oltre al bassissimo numero delle ditte (1 ogni 316) deve far riflettere ogni istanza istituzionale e della imprenditoria, la sorprendente “distribuzione territoriale“. Nostri importanti Comuni, che hanno nei loro territori reti di imprese capofila, nazionali e pure europee, in settori produttivi fondamentali, risultano così “sensibili” al valore di mostrare il Rating: in tutta Vignola 1 (una !) ditta col marchio; 3 a Finale Emilia; 10 a Mirandola; 11 a Sassuolo…!

Un’adesione che va perciò spinta a moltiplicarsi, avvantaggiando così una migliore cultura imprenditoriale, col calo del lavoro nero/irregolare, l’evasione al fisco e l’esposizione alle infiltrazioni malavitose.
In tal senso, uno stimolo credibile e fattibile dovrà venire anche da tutte le Istituzioni pubbliche, a partire dai Comuni che, ad esempio, nei bandi degli appalti pubblici dovranno assegnare un incoraggiante punteggio alle ditte aspiranti ai lavori, che portano il marchio del Rating o della White List.
Così spinge da tempo la Cgil.
Così aiuta il recente Patto per il Lavoro, il clima e la legalità, siglato in Regione Emilia Romagna da tutte le rappresentanze sindacali ed imprenditoriali.
Dati carenti e realtà territoriali che andrebbero ben valutati nei Tavoli Provinciali sulla legalità per proporre iniziative di concreta promozione verso i settori dell’imprenditoria.
Già a Reggio Emilia, in questi giorni, si è riunito in Prefettura un tavolo per valutare cosa poter fare per contrastare meglio il riciclaggio; speriamo davvero che questi incontri si facciano anche nelle altre nostre province.

Franco Zavatti
Cgil Modena /coordinamento legalità

 

Modena, 8/2/2021

 

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