03 Mar 2017 appalti, Referendum Lavoro, verso i referendum, voucher,
Modena, 3 marzo 2017
La Cgil, in attesa che il Governo fissi sul calendario la prossima convocazione dei referendum popolari, ha avviato un’intensa rete di iniziative, incontri ed assemblee per informare e chiarire il merito dei quesiti proposti e mobilitare un’ampia consapevolezza popolare.
Nella battaglia degli appalti, garantire ai lavoratori i regolari trattamenti salariali, contributivi e fiscali. Superare le fasulle retribuzioni coi voucher che umiliano il lavoro.
Nodi e strettoie che colpiscono ed umiliano un numero crescente di lavoratori e famiglie, ma pure l’intera società civile, l’economia e l’impresa regolare.
Abusi clamorosi che stanno affermando una cultura imprenditoriale totalmente basata sull’obiettivo di stracciare il costo del lavoro, sia espandendo quello in nero ed irregolare, sia navigando nelle pieghe di norme e leggi sbagliate e/o inadeguate.
In questo stanno le radici dei due SI referendari Cgil.
Oltre che della difficile vertenzialità sindacale – troppo spesso senza alleati – per smontare le irregolarità più truffaldine. E gli esempi si moltiplicano.
Uno dei più clamorosi riguarda l’offerta sguaiata di una grande impresa nazionale, con sedi operative in ben nove regioni, compresa Bologna per l’Emilia Romagna.
La ditta xx&xx Multiservizi, coop fasulla il cui unico “scopo sociale” è quello di offrire “a qualsiasi tipo di azienda” del proprio personale – finto socio della coop, iscritto d’obbligo e d’ufficio – in sostituzione del personale dipendente, con l’obiettivo strategico di “abbattere l’onere più gravoso per ogni imprenditore: il costo e la gestione del personale” !
E sul proprio biglietto da visita, ci si rivolge agli imprenditori sensibili, con l’invitante ed incredibile offerta: hai una attività con tuoi dipendenti? Ti diamo invece i nostri soci-coop e così godrai di maggiore flessibilità e risparmierai il 40% sul costo del personale! (in allegato).
Nel tuo interesse, accetta la nostra proposta di “esternalizzazione o terziarizzazione”. Si chiama anche appalto di rami di impresa.
Offerte di questo tipo, sono sempre più di moda. Offerte lusinghiere che non si dilungano a spiegare come riescono a tagliare il 40% del costo del lavoro.
Il sindacato purtroppo le vede ogni giorno: lavoratori tradotti in soci-coop dovendo pagare un balzello; retribuiti col peggior contratto “multiservizi”; con parte dell’orario di lavoro o lo straordinario pagati in nero, o con bonus trasferta, o con voucher, ecc…
E meno male che l’agosto scorso, il Tribunale di Milano ha finalmente accolto un’emblematica denuncia sindacale, sentenziando che “anche per i soci lavoratori di cooperative, la retribuzione non può essere inferiore a quella dettata dai contratti collettivi stipulati dai sindacati più rappresentativi”… e non quelli di comodo.
Le società di Multiservizi per sostituire il regolare lavoratore dipendente si trovano ormai nei settori più esposti al lavoro supersfruttato, ma anche in settori delicati come, ad esempio, il socio-sanitario privato e case per anziani.
E poi cassieri, baristi, cuochi, camerieri, elettricisti, idraulici, muratori, manutenzione, custodi, magazzinieri, facchini, autisti, pulizie, consegne, vigilanti…assicurando che, in ogni caso, possono offrire “tutte le figure professionali generiche o specializzate”. Un piatto d’argento al costo della latta.
Sconcerta constatare che queste aziende multiservizi, piazzano il personale in “ospedali, aziende pubbliche, case di riposo, comunità di recupero…”.
A tale proposito, estremamente eloquenti e preoccupanti i dati riportati dal rapporto ministeriale sull’attività ispettiva 2016 – uscito proprio in questi giorni – che accende un faro di allarme anche per l’Emilia Romagna.
Nel capitoletto dedicato alle “esternalizzazioni fittizie, fattispecie illecite di appalto/subappalto, o somministrazione abusiva/fraudolenta di mano d’opera” il report cita la nostra regione che, per la prima volta, sale al 5° posto nazionale – con 1.097 casi di lavoratori coinvolti – per fenomeni di appalto illecito o forme irregolari di esternalizzazione di rami produttivi da nostre imprese.
Più chiaro di così.
Franco Zavatti, responsabile Coordinamento legalità e sicurezza Cgil ER