Regolarizzazioni badanti, arriva il modulo per i medici di base/Inca

10 Set 2009

“Soluzione formale” per certificare la non autosufficienza

 

I medici di base non potranno stabilire se l’anziano non autosufficiente ha bisogno di una o due badanti, per cui potrà chiedere la regolarizzazione, ma potrà soltanto indicare le ore di assistenza di cui necessita la persona richiedente. È quanto ha affermato Giacomo Milillo, segretario nazionale Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), dopo che al termine della prima settimana della sanatoria su colf e badanti, sono venuti al pettine alcuni dei nodi di un provvedimento che coinvolge in modo ‘strategico’ anche i medici di base. In una situazione tale per cui un anziano con certificato di non autosufficienza non ha bisogno di rientrare nei requisiti di reddito minimo per regolarizzare la badante, mentre chi non ha tale certificato può farlo solo se dichiara un reddito minimo di 20 mila euro l’anno (25 mila se in famiglia ci sono più redditi), il medico di base è chiamato ad un compito critico.

“In questo momento il problema è solo emerso – ha spiegato Milillo -. Non c’è stata una pressione particolarmente intensa. I problemi sono connessi al fatto che si debba certificare la non autosufficienza quando non c’è quella stabilita dalla commissione medica. Una commissione che stabilisce se una persona è invalida oppure no. Quindi dobbiamo esprimerla in modo che sia legalmente corretta”. Al centro dell’attenzione anche il numero di badanti per cui poter chiedere la regolarizzazione. “Noi non siamo in grado di stabilire se sono necessarie una o due persone – ha affermato Milillo -. Possiamo pensare soltanto di quantificare la quantità di assistenza di cui la persona ha bisogno, magari dicendo che le condizioni richiedono assistenza per 24 ore piuttosto che per 12. Però questo può dipendere da diversi fattori. Le badanti integrano quella che è l’attività di sostegno della famiglia e quindi dipende molto da possibilità non solo economiche, anche di risorse umane”.

A tale scopo la Fimmg sta lavorando ad un modello, che verrà ufficializzato in questi giorni, a cui i medici di base potranno attenersi senza temere di commettere errori. “Si tratta di un modello che darà la risposta alle esigenze del legislatore – ha specificato Milillo – tutelando il medico senza esporlo a cose che non può e non è legittimato a fare. Le espressioni del certificato verranno pre-scritte, lasciando al medico il contenuto che è oggetto di valutazione. La legge non consente al singolo professionista di stabilire la condizione di non autosufficienza, è una commissione che deve stabilirlo. In mancanza del certificato della commissione, ci esprimeremo come facciamo quando proponiamo la richiesta di riconoscimento della non autosufficienza. Una soluzione formale. Ai medici daremo indicazione di non dire il numero degli assistenti di cui necessita la persona”. L’attuale sanatoria, infatti, dà al medico di base una voce in capitolo per quanto riguarda la regolarizzazione. Pur non potendo emettere un certificato di non autosufficienza, secondo una circolare ministeriale, l’attestazione della limitazione dell’autosufficienza potrà farla anche un medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale. “Il medico di base è la persona che conosce più da vicino la condizione del singolo individuo e dell’ambiente familiare – ha spiegato Milillo -. Molto spesso, però, il legislatore fa riferimento alla nostra figura professionale anche senza consultarci, a volte in modo appropriato, a volte no. Purtroppo non siamo stati coinvolti dall’inizio e adesso affrontiamo il problema” (Redattore socoiale)

Fonte: Inca, 10.09.2009

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