23 Gen 2018 agenzia entrate, comuni, evasione fiscale, ficiesse, modena, regione emilia romagna, spi,
A fine 2017 l’associazione Ficiesse ed il sindacato dei pensionati Spi-Cgil, hanno formalmente richiesto all’Agenzia delle Entrate la disponibilità dei dati – pubblici e consultabili – relativi alla partecipazione dei Comuni alle “segnalazioni qualificate” di possibili casi di evasione fiscale consumati nei propri territori. Segnalazioni possibili e dovute proprio grazie al protocollo di collaborazione fra Anci/associazione dei Comuni ed Agenzia delle Entrate.
Ficiesse è l’Associazione civica sostenuta dalla Cgil che organizza operatori della Guardia di Finanza e liberi cittadini impegnati sul fronte dei diritti civili e sociali, particolarmente sensibili sul versante delle equità e legalità economiche e fiscali.
La richiesta riguardava specificatamente alcune realtà regionali ed, in particolare al Nord, Emilia Romagna e Piemonte.
Richiesta dati correttamente supportata e possibile, grazie all’importante normativa introdotta per legge già nel 2013 e che introduce l’innovativo diritto dei cittadini “all’accesso civico” per la conoscenza di dati e documenti – numeri e non nomi – relativi agli atti di tutti gli Enti.
Ma subito all’inizio del nuovo anno però giunge la celere e negativa risposta dall’Agenzia delle Entrate…con una motivazione che prova a nascondere il NO al diritto di accesso-dati dietro al dito e dicendo che “…i numeri richiesti e relativi alla collaborazione dei Comuni all’attività di accertamento fiscale…sono già dentro al Rendiconto Generale dello Stato” !!
Burocrazia? Formalismo eccessivo? Sottovalutazione del ruolo dei Comuni e, sopratutto, delle organizzazioni sociali?
Di fatto, si scoraggia e si ostacola una positiva ed utile possibilità per intervenire positivamente – da parte sindacale ed associazioni qualificate come Ficiesse – a sostegno della necessaria azione dei Comuni nel contrasto più efficace al crescente e devastante male dell’evasione fiscale.
Anche per la nostra Emilia Romagna, la richiesta specifica e con “dati meramente numerici”, riguardava testualmente:
– il numero delle segnalazioni qualificate pervenute dai Comuni alla Agenzia delle Entrate;
– il numero delle segnalazioni scartate per insufficienza dati, quelle effettivamente esaminate e che hanno dato luogo ad accertamenti reali;
– il numero delle segnalazioni non ancora esaminate;
– le somme riscosse dall’Agenzia grazie alle segnalazioni comunali e le somme ristornate ai Comuni.
E’ quindi evidente che gli obiettivi della nostra iniziativa sono mirati a valutare i dati reali, facendo comparazione fra i Comuni dei vari territori, sopratutto per stimolare – grazie ai tavoli di confronto sindacale – gli Enti meno attivi per migliorarne la capacità tecnico-operativa e la scelta concreta del contrasto al reato fiscale.
Al NO dell’Agenzia delle Entrate abbiamo immediatamente attivato, in data 9 gennaio, il nostro ricorso con richiesta di riesame della legittima richiesta.
E’ evidente che, pur essendo la nostra Emilia Romagna la prima regione che coi 101 Comuni che segnalano ed incassano un buon ristorno finanziario – a beneficio delle nostre comunità ed a scapito degli evasori – è altrettanto necessario concentrare l’azione civica e sindacale nei territori per migliorare e, sopratutto, per spingere i tanti/troppi Enti che non fanno segnalazioni contro chi ruba fiscalmente.
Franco Zavatti, coordinamento legalità Cgil Emilia Romagna-vice presidente Direttivo nazionale Ficiesse
Modena, 23 gennaio 2018