11 Apr 2014
di Mohcine El Arrag
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano spara cifre a casaccio sugli sbarchi. Cifre allarmistiche. Lo fa a fini elettoralistici. Le elezioni europee sono sempre più vicine, infatti, e sa quanto è facile lucrare sulle paure, soprattutto su quella dell’invasione. Lo ha imparato andando a braccetto per anni con destre particolarmente allenate sull’argomento.
Quanto sia inverosimile la cifra di 600 mila profughi pronti a raggiungere le nostre coste lo dicono i dati diffusi dalla Fondazione Leone Moressa, che pure parla per i primi tre mesi del 2014 di un numero di migranti arrivati via mare di 13 volte superiore allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo aumento degli sbarchi, che coinvolge nel 98% dei casi la Sicilia, è colpa della crescente instabilità politico-economica-sociale di tanti Paesi dell’Africa. Sono soprattutto i conflitti che spingono le persone a fuggire, come dimostra l’andamento degli arrivi tra il 2011 e il 2013. Se nel 2011 sulle coste italiane sono arrivati quasi 63 mila migranti, l’anno successivo si è registrato un crollo dell’80% (13 mila), per poi registrare un’ulteriore crescita nel 2013 (43 mila), quando hanno cominciato a farsi sentire gli effetti della guerra civile in Siria e della difficile situazione del Mali. Infatti, il 26% degli sbarchi del 2013 ha coinvolto oltre 11 mila Siriani e i migranti del Mali sono i più coinvolti dai primi sbarchi del 2014.
Nonostante tutto, però, pur essendo considerata la “porta d’Europa”, l’Italia non è tra i primi Paesi UE per numero di richiedenti asilo. Al primo posto nel 2013 si colloca la Germania con 127 mila richieste, seguita da Francia (65 mila) e Svezia (54 mila). L’Italia, con 28 mila richieste di asilo, si colloca al quinto posto dietro al Regno Unito. Considerando il numero di richiedenti asilo in rapporto al numero di stranieri residenti, l’Italia registra l’incidenza percentuale più bassa (0,6%) assieme al Regno Unito, ben al di sotto della media europea (2,1%) e ben distante da Paesi come Svezia (8,2%), Ungheria (13,4%) o Polonia (25,7%).
In particolare in Italia Il numero di richiedenti asilo ha subito un andamento altalenante negli ultimi sei anni. Dai 30 mila del 2008 si è scesi a 10 mila nel 2010. Il 2011 è stato invece l’anno con il picco massimo (oltre 40 mila). Nel 2012 il numero si è ridotto a 17 mila, per tornare a crescere del 61,1% nel 2013. Sono oltre 11.000 le richieste d’asilo nei primi tre mesi del 2014, valore vicino alle 17 mila totali del 2012. Se questo trend fosse confermato, si supererebbero di gran lunga le 28 mila richieste del 2013.