ALTA L’ADESIONE ALLO SCIOPERO CGIL SETTORI PRIVATI

14 Nov 2008 mobilitazione, sciopero,

Modena, 14 novembre 2008

 

 

Alta l’adesione dei lavoratori modenesi allo sciopero di 4 ore proclamato per oggi dalla CGIL nei settori privati dell’industria, artigianato, agricoltura e servizi, contro le politiche del governo che tagliano diritti del lavoro e stato sociale, a sostegno del piano straordinario anticrisi proposto dalla Cgil nazionale, per contrastare il rischio di accordo separato sulla riforma della contrattazione sulla base delle linee guida sottoscritte da Confindustria, Cisl e Uil.

Al corteo e alla manifestazione in piazza Grande hanno partecipato circa 6.000 lavoratori, mentre l’adesione allo sciopero si aggira sul 75%-80% come media fra i diversi settori.

Nelle aziende metalmeccaniche di Modena e provincia l’adesione è intorno al 70% nelle aziende medio-piccole e all’80% con punte del 90% nelle grandi aziende con un’adesione in crescita fra gli impiegati. Spicca l’Annovi & Reverberi con il 90% di adesioni allo sciopero, mentre a CNH l’adesione è stata intorno al 60%.

Nelle aziende tessili l’adesione è stata intorno al 65%-70%, mentre nelle ceramiche è stata del 50% con punte più alte in aziende come Gardenia (80%) e Florgres (80%). Fra i grafici-cartotecnici e alle Poste l’adesione è stata dell’80%, nelle aziende edili intorno al 60-70% con punte del 95% nelle cooperative di costruzioni. In aziende dell’agroindustria come Grandi Salumifici Italiani e Unigrana l’adesione è stata del 90%, alla Villani del 70% e alla Civ del 100%.

Fra gli addetti delle cooperative sociali adesioni del 70% e del 100% fra gli operatori degli asili nido. Astensioni dal lavoro intorno al 60% anche nelle imprese commerciali senza apertura al pubblico che lavorano su 5 giorni, e all’80% in Cna.

 

 

 

Modena, 13 novembre 2008

 

 

Interessa tutti i lavoratori dei settori privati – industria, artigianato, agricoltura, edilizia, servizi (bancari, cooperazione sociale, trasporto merci, sanità privata, Telecom e Poste) – lo sciopero indetto dalla CGIL in tutti i territori dell’Emilia-Romagna venerdì 14 novembre 2008 per protestare contro la politica economica del Governo che con i tagli della Finanziaria moltiplica gli effetti della crisi e per dire NO alle linee guida sulla riforma della contrattazione firmate da Confindustria, Cisl e Uil che penalizza i salari e ingabbia la contrattazione e contro il rischio di accordo separato.

Anche a Modena sono previste domani 4 ore di sciopero al pomeriggio (dalle ore 14 alle 18) con corteo in partenza alle ore 14.30 dal parco Novi Sad per le vie del centro storico e manifestazione in piazza Grande con comizio del segretario della CGIL Donato Pivanti.

Lo sciopero regionale di domani articolato nei territori prepara lo sciopero generale nazionale deciso dal Direttivo CGIL per il 12 dicembre prossimo per chiedere una svolta di politica economica e sociale necessaria a governare la crisi, evitare che essa si scarichi su famiglie di lavoratori, pensionati e precari.

Di fronte ai problemi del Paese, il Governo ha il dovere di aprire un confronto serio e trasparente con le grandi forze di rappresentanza sociale. La scelta di non aprire questi tavoli, di sostituirli con incontri, più o meno riservati, che tendono a escludere i più, a partire dalla CGIL, e dalle altre associazioni di impresa, rappresenta un fatto di eccezionale gravità, proprio mentre tutto esige regole democratiche e trasparenti, di democrazia e rappresentatività sindacale.

La CGIL rivendica la concertazione, non è la CGIL che rompe l’unità sindacale, ma Governo e Confindustria che, cercando accordi separati, puntano a dividere il sindacato e a snaturarne ruolo e funzioni.

La CGIL pensa che, a fronte di ogni accordo, debbano essere sempre lavoratori e pensionati a decidere sulle scelte che direttamente li riguardano. Occorre perciò rilanciare e conquistare percorsi certi di democrazia attraverso il coinvolgimento e il voto certificato e vincolante di lavoratori e pensionati.

 

 

 

Modena, 11 novembre 2008

 

 

Interessa tutti i lavoratori dei settori privati – industria, artigianato, agricoltura, edilizia, servizi (bancari, cooperazione sociale, trasporto merci, sanità privata, Telecom e Poste) – lo sciopero indetto dalla CGIL in tutti i territori dell’Emilia-Romagna venerdì prossimo 14 novembre 2008 per protestare contro la politica economica del Governo che con i tagli della Finanziaria moltiplica gli effetti della crisi e per dire NO alle linee guida sulla riforma della contrattazione firmate da Confindustria, Cisl e Uil che penalizza i salari e ingabbia la contrattazione e contro il rischio di accordo separato.

Anche a Modena sono previste 4 ore di sciopero al pomeriggio (dalle ore 14 alle 18) con corteo in partenza alle ore 14.30 dal parco Novi Sad per le vie del centro storico e manifestazione in piazza Grande con comizio del segretario della CGIL Donato Pivanti.

Esclusi dallo sciopero provinciale di venerdì prossimo, i lavoratori già interessati da mobilitazioni unitarie come scuola e università (venerdì 14 novembre si svolge anche lo sciopero nazionale unitario di categoria), pubblico impiego, pensionati e addetti del commercio (in sciopero sabato15 novembre contro l’accordo separato).

Le ragioni dello sciopero sono le stesse che animano ormai da diverse settimane la mobilitazione della CGIL per chiedere una decisa inversione di politica economica e sociale al Governo Berlusconi.

“Di fronte alla crisi del capitalismo finanziario e ai forti contraccolpi sull’economia reale – afferma il segretario della CGIL di Modena Donato Pivanti – servono provvedimenti urgenti che non siano solo il salvataggio delle banche, ma che si traducono in redistribuzione di ricchezza verso salari e pensioni”. “Servono politiche di rilancio del welfare, per la scuola, aumenti delle pensioni, interventi assistenziali per i lungodegenti e le loro famiglie, sostegno per chi perde e rischia di perdere il posto di lavoro”.

E purtroppo anche a Modena saranno tanti a cominciare dai precari, 25.000 contratti a tempo determinato e interinali che saranno i primi a essere espulsi dalle fabbriche, insieme ai collaboratori a progetto (4-5.000 nella nostra provincia) che potrebbero non vedersi rinnovato il contratto, e ai precari del pubblico impiego che non verranno stabilizzati entro luglio prossimo.

Che succederà a quella parte di giovani, immigrati e giovani coppie, in affitto o con il mutuo che già faticano a pagare, se saranno espulsi dal mercato del lavoro e senza sostegni?

“Esistono difficoltà nelle aziende ceramiche, nell’edilizia e anche in quelle metalmeccaniche – precisa Vanni Ficcarelli della segreteria CGIL – con un preoccupante ricorso alla cassa integrazione ordinaria”. In edilizia c’è il rischio concreto di perdere 1.000 posti di lavoro (tanto è il calo di lavoratori iscritti in Cassa Edili a settembre 2008), in ceramica c’è stato un aumento di oltre il 30% di ricorso alla Cig a giugno 2008 (rispetto a giugno dello scorso anno) con il passaggio da 72.000 ore a 360.00 ore coinvolgendo circa 1.000 lavoratori, ma si prevede che possono essere coinvolti a fine anno sino a 2/2.500 lavoratori. Alla Gambro-Dasco di Medolla sono stati dichiarati 160 esuberi come conseguenza della decisione di delocalizzare alcuni reparti, e i segnali di crisi si stanno estendendo dal biomedicale a tutto il distretto dell’Area Nord interessando aziende nei diversi comparti dal ceramico al tessile al metalmeccanico.

“Preoccupa la crisi in settori come l’oleodinamica sinora mai toccati, – spiega Ficcarelli  citando i dati dell’osservatorio CGIL – pensiamo ai lavoratori dei 3 stabilimenti modenesi della Bosch, in parte già in cassa integrazione e le previsioni non sono rosee per i prossimi mesi. Intanto anche il fondo Eber per i lavoratori artigiani, un sistema di mutualità di derivazione contrattuale, si sta assottigliando per il ricorso intensivo da parte delle aziende artigiane”.

“Nonostante il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali da parte delle aziende – aggiunge Pivanti – il Governo non ha rifinanziato la cassa integrazione per il 2009 e già si stanno esaurendo i fondi regionali della «cassa in deroga» per il tessile-abbigliamento”.

Un quadro che conferma le preoccupazioni della CGIL e le ragioni dello sciopero per rivendicare urgenti politiche anticicliche per far ripartire l’economia e tutelare il lavoro, e per un contratto nazionale che lo valorizzi.

Per questo la CGIL ribadisce il suo no alle linee guida di riforma della contrattazione proposte dalla Confindustria e firmate da Cisl e Uil. Una proposta di riforma che non aumenta i salari, ingabbia la contrattazione, non estende il 2° livello e lega gli aumenti contrattuali unicamente al salario variabile.

“La discussione sulla riforma contrattuale in questo momento non ha più senso, non è una priorità e per di più alimenta le contrapposizioni con Cisl e Uil. Oggi – conclude Pivanti – bisogna ripartire dai bisogni di lavoratori, pensionati e precari, rilanciare lo sviluppo, detassare salari e pensioni, estendere gli ammortizzatori sociali anche chi oggi ne è sprovvisto, precari e lavoratori delle piccole medie imprese”.

 volantino

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