31 Mag 2016 poste italiane, sciopero, slc,
Bologna, 30 Maggio 2016
In questi giorni, il Governo, al solo scopo di fare cassa per arginare la voragine del debito pubblico, ha deciso di privatizzare quello che resta della più grande azienda pubblica del nostro Paese.
Il 35% di Poste Italiane passerà sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti, il 29,7% resterà per ora al MEF (ministero Economia e Finanze) ma destinato a breve ad un’ulteriore vendita in borsa, il restante 35,3 già era stato svenduto lo scorso ottobre.
Nella totale indifferenza, e in solo un colpo, il Governo smantellerà un servizio pubblico che interessa milioni di cittadini italiani. Poste Italiane effettua ancora un servizio sociale per la capillare presenza in tutti i centri del nostro Paese, la totale privatizzazione e quotazione risponderà solo alle logiche del profitto, quindi avrà scarso interesse verso i settori deboli che Poste a oggi svolge.
Questo nonostante Poste abbia subito notevoli ristrutturazioni e cambiamenti dal 1994 ad oggi: passando da Azienda Autonoma di Stato, ad Ente Pubblico ed infine a S.p.A. con bilanci in attivo ed utili di centinaia di milioni di euro erogati ogni anno a favore del Governo. Siamo convinti come sindacato che sia un grave errore per il Paese svendere un’azienda che ogni anno porta danaro fresco alle casse dello stato, che dà lavoro a 140.000 dipendenti e che garantisce servizi ai cittadini, specie alle categorie più deboli e situate nelle zone disagiate.
L’intenzione del Governo di limitare la propria partecipazione al 35% di CDP, che comunque è già privata, all’interno sono presenti le fondazioni bancarie, competitor di Poste, fa sorgere molti dubbi sul futuro per quanto riguarda l’unicità aziendale. Settori come il recapito già interessati dall’ennesima ristrutturazione saranno smantellati in breve tempo e la presenza delle Fondazioni bancarie pone non poche perplessità anche sullo sviluppo di Bancoposta e Poste vita.
Il sindacato non può restare indifferente allo scempio che si sta consumando sotto gli occhi di tutti. Nella nostra regione da alcuni mesi i lavoratori postali stanno subendo la pesante ristrutturazione del recapito a giorni alterni decisa per risanare un settore che attraversa una crisi mondiale. L’azienda però non rispetta gli impegni sottoscritti, mancano gli investimenti previsti dagli accordi e il meccanismo stenta a decollare. Da oltre un mese i lavoratori della nostra regione lottano per migliorare le condizioni di lavoro e la qualità dei servizi. Nonostante il blocco degli straordinari, Poste va avanti e oggi partono 8 nuovi centri di distribuzione, ben oltre la metà di quelli previsti.
Pertanto gli attivi unitari di SLP-CISL, SLC-CGIL, UIL-POST e FAILP-CISAL esprimono la piena contrarietà alle decisioni del Governo sulla privatizzazione totale di Poste Italiane. Inoltre, denunciano le gravi lacune nell’implementazione del progetto recapito a giorni alterni, la grave carenza di personale nel settore Mercato Privati, ai quali vanno uniti gli atteggiamenti vessatori e repressivi messi in campo in questi ultimi giorni dalla dirigenza aziendale.
Pertanto gli attivi unitari di SLP-CISL, SLC-CGIL, UIL-POST e FAILP-CISAL proclamano un’ulteriore mese di blocco delle prestazioni aggiuntive e straordinarie da 9 Giugno all’8 Luglio 2016, con l’esclusione del 16/6, con una giornata di sciopero generale regionale per il 27 Giugno 2016. Gli attivi unitari oltre ad auspicare il pieno coinvolgimento delle Istituzioni Locali, chiedono alle Segreterie Nazionali di proclamare lo sciopero generale nazionale di tutti i lavoratori e le lavoratrici di Poste Italiane, col pieno sostegno delle confederazioni nazionali.
Documento Conclusivo Attivi Unitari SLP-CISL, SLC-CGIL, UIL-POST e FAILP-CISAL Emilia-Romagna
Approvato all’unanimità