30 Ott 2013
di Ciro Spagnulo
Già le lacrime s’asciugano e le politiche umanitarie e quelle dei respingimenti tornano a confondersi. A noi non piacciono né le une né le altre perché entrambe presuppongono la causa delle stragi, il confine che respinge. Ma in attesa che il dibattito pubblico prenda atto della necessità di discutere la causa, il confine che respinge, siamo decisamente perché le politiche dei respingimenti non tornino a prendere il sopravvento su quelle umanitarie e, anzi, quest’ultime siano rafforzate. Provocano sconforto, perciò, le conclusioni del Consiglio Europeo, che rafforza i soliti dispositivi di controllo ma non introduce le misure attese per evitare le stragi in mare, a cominciare da misure alternative di accesso alla protezione in Europa come l’apertura di canali umanitari.