05 Set 2012
Modena, 5 settembre 2012
E’ incredibile la situazione che si è determinata nell’azienda trasporti Seta (dimissioni annunciate a mezzo stampa di 2 componenti del CdA, tra i quali l’amministratore delegato Ferrari) che lascia, in una fase cosi delicata, il CdA nell’impossibilità di operare.
Certamente la situazione che si è determinata non fa altro che accrescere le preoccupazioni tra i lavoratori e tra i cittadini utenti, in particolare modenesi, i quali, hanno già vissuto varie fasi di risanamento della Società del Trasporto Pubblico Atcm, contribuendo in modo significativo a chiudere in sostanziale pareggio l’esercizio di bilancio 2011.
Crediamo vadano precisate meglio le ragioni della nascita di Seta, figlia, non certo di un disegno astratto, ma di un progetto più complessivo che ha interessato in questi mesi tutte le aziende del trasporto pubblico emiliano romagnole.
La Regione Emilia-Romagna, attraverso il patto per la mobilità sottoscritto a fine 2010, nel sopperire alle diminuite risorse pubbliche derivanti dai trasferimenti dello Stato per il trasporto pubblico, attingendo da altri capitoli di spesa, ha sollecitato, tra le altre cose, le aggregazioni delle imprese, affinché si realizzino diversi obiettivi, tra questi, la tenuta del sistema del trasporto pubblico, il mantenimento dei livelli occupazionali nel settore, la garanzia del servizio a costi contenuti, con l’ambizioso obiettivo di arrivare ad un’unica azienda regionale nel trasporto pubblico locale.
La Cgil di Modena ritiene che questo progetto abbia ancora tutta la sua valenza, per arginare il problema del taglio delle risorse pubbliche nazionali, i cui effetti già si vedono in altre regioni che in questi mesi sono già intervenute con forti ridimensionamenti degli organici, mancati pagamenti di stipendi e pesanti tagli dei servizi.
Quello che sta avvenendo in questa fase in Seta riteniamo non sia altro che una difficoltà dei territori ad uscire dalla vecchia logica gestionale delle imprese locali, viziata spesso da eccessivi localismi a decremento dell’efficienza ed economicità.
Per quanto riguarda la discussione in Seta, era noto che l’aggregazione tra le Aziende di Modena, Reggio Emilia e Piacenza non avveniva fra soggetti alla pari, in quanto le 4 aziende interessate avevano storie gestionali diverse, Atcm con il suo bilancio in attivo, frutto di azioni di risanamento iniziate ancor prima dell’entrata del soggetto privato, le Aziende Reggiane e di Piacenza con bilanci in passivo e processi di industrializzazioni non coerenti con i nuovi obiettivi.
Sappiamo che l’aggregazione avvenuta all’inizio del 2012 difficilmente poteva essere rinviata stante le difficoltà economiche generali crescenti.
I problemi noti da tempo, tra questi anche il deficit economico per il 2012 vicino ai 3 milioni di euro, non possono essere risolti con rimpalli di responsabilità, ma con azioni coerenti da parte di tutti gli attori, pubblici e privati.
Questo anche per quanto attiene le azioni da intraprendere nei singoli territori, viste le differenze di base esistenti, per altro già chiaramente delineate, anche in termini di tempistica, nel Piano Industriale presentato lo scorso anno.
Siamo consapevoli che i ritardi sull’azione di efficentamento, le diminuite risorse, l’aumento dei costi derivanti dall’aumento del costo del carburante, possono produrre un aggiornamento del Piano Industriale, nel quale riteniamo a questo punto debbano essere evidenziate tutte le componenti, efficienza dei servizi, entrate ed uscite complessive, disaggregate per territorio per uscire dal rimpallo delle responsabilità.
In questa difficile congiuntura sociale ed economica, riteniamo vi sia bisogno di un miglior servizio pubblico e che per realizzarlo siano necessarie azioni coerenti a partire da coloro che hanno la responsabilità di programmazione e detengono la maggioranza nella società di gestione.
Come organizzazioni sindacali riteniamo che per fare chiarezza su tutti gli aspetti legati al futuro del trasporto pubblico e al futuro dell’Azienda Seta, sia indispensabile un’ulteriore assunzione di responsabilità da parte della regione Emilia-Romagna e degli enti proprietari .
Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente con i responsabili della mobilità di Provincia e Comune di Modena e non escludiamo ulteriori iniziative se non verranno date le risposte necessarie a garantire un servizio di trasporto pubblico all’altezza dei bisogni dell’utenza e dei lavoratori.
Segreteria Cgil Modena