SETTORE CARNI. FLAI CGIL, VERTENZA CASTELFRIGO, ANCORA CALPESTATI DIRITTI E DIGNITA’ DEI LAVORATORI, IN SCIOPERO DA 11 GIORNI CONTRO I 75 LICENZIAMENTI

31 Ott 2017 appalti, castelfrigo, false cooperative, licenziamenti, sciopero, vertenza,

“A Castelfrigo si seguitano a calpestare i diritti dei lavoratori e a dare spazio a chi agisce nell’illegalità alimentando forme di sfruttamento e caporalato, in un settore, quello delle carni, che fa buone performance e ha risentito meno di altri della crisi. Ieri si è tenuta una straordinaria manifestazione in difesa dei 75 lavoratori che stanno per essere licenziati dalle cooperative che lavorano in appalto per Castelfrigo. La vicenda Castelfrigo viene da lontano e ha evidenziato quanto avviene nel settore delle carni, dove in un sistema di appalti e subappalti la fanno da padrone le false cooperative e le cooperative spurie. Purtroppo Castelfrigo non è un caso isolato ma la punta di un iceberg di quello che avviene nella filiera della trasformazione delle carni. Una filiera nella quale torniamo con forza a chiedere rispetto dei contratti, in termini di salario ed orari e rispetto della dignità di chi lavora”. Lo dichiara Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil nazionale, intervenendo sulla vertenza che lo scorso anno sembrava essersi chiusa con una intesa presso la Prefettura di Modena per la corretta applicazione del contratto nazionale dell’industria alimentare.
Per Umberto Franciosi, Segretario Generale Flai Cgil Emilia Romagna, “il silenzio e l’indifferenza delle Istituzioni, in particolare di chi governa politicamente questi territori, sta diventando assordante, così come quello di Confindustria. Non si può essere solo preoccupati della competitività del sistema, rendendo la legalità una variabile dipendente. In quel sito produttivo non alberga la legalità, basta alzare la cornetta e comporre i numeri della DTL o la GDF di Modena, o venire ad ascoltare questi lavoratori. La legalità è alla base della convivenza civile e democratica del nostro Paese e delle nostre eccellenze alimentari che, in questo contesto, potrebbero essere seriamente compromesse. Questi lavoratori stranieri, dopo undici giorni di sciopero ad oltranza, vogliono credere in un Paese civile, lo faranno anche portando la loro voce davanti al Parlamento nei prossimi giorni”.

 

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