12 Mar 2013
La partecipazione agli incontri ed ai seminari organizzati dalla CUT a San Paolo, dal 25 al 27 febbraio, ha rafforzato la cooperazione tra la CGIL e il patronato INCA con la CUT Brasile.
La CUT nel 2012 ha superato per iscritti la centrale sindacale degli Stati Uniti d’America, AFL-CIO, diventando la prima centrale del continente, con ben 7.814.000 iscritti e 3.696 sindacati affiliati.
Nei due seminari si è parlato di politiche di cooperazione internazionale e di politiche migratorie. Due temi che la CUT ha deciso di affrontare coinvolgendo il proprio gruppo dirigente e l’insieme dell’organizzazione, oltreché invitare quei soggetti esterni con cui sta costruendo la propria strategia d’azione su queste tematiche. In questa scelta si conferma il pieno sostegno della CUT alla CSA (la struttura regionale della Confederazione Internazionale dei Sindacati), presente in entrambe i seminari, la collaborazione con la Fondazione tedesca Fiedrich Ebert (FES), la cooperazione con la centrale statunitense AFL-CIO e, infine, con la CGIL, unica centrale europea invitata a partecipare a questo appuntamento.
Per quanto riguarda la cooperazione internazionale, la CUT ha presentato il nuovo Istituto di Cooperazione Internazionale specializzato nel monitoraggio e nella ricerca sui comportamenti delle multinazionali in Brasile.
Per quanto riguarda le politiche migratorie, alla CUT risulta chiaro che il tema della migrazione, inteso come presenza di lavoratori stranieri attratti dallo sviluppo economico del Brasile e relazione con i lavoratori brasiliani emigrati, va affrontato costruendo un quadro normativo che riconosca pieni diritti sociali, economici e di cittadinanza a queste persone, come pure, vada identificato un modello organizzativo sindacale tale da promuovere la loro sindacalizzazione e da consentire la loro integrazione nel sindacato.
I dati presentati da Lea Francesconi, professoressa del Dipartimento di geografica dell’Università di San Paolo, mostrano per l’anno 2010, un flusso migratorio interno nel sub-continente di circa 4 milioni, emigrazione verso il Nord America di 19 milioni e verso l’Europa di 3,1 milioni di persone. Mentre, Paulo Sergio de Almeida, presidente del Consiglio Nazionale sull’Immigrazione, organo tripartito, ha segnalato la novità dei flussi di ritorno, sia dall’Europa, che dal Giappone e dagli USA, di Brasiliani che rientrano per la perdita di lavoro nei paesi del capitalismo tradizionale. Come pure la nuova ondata di domanda di immigrazione di giovani provenienti da questi paesi colpiti dalla crisi, ricordando che dalla sola Spagna, tra il 2011 ed il 2012, oltre 300.000 giovani se ne sono andati in America Latina a cercare lavoro.
Viste le restrizioni della legislazione brasiliana, come quelle di molti altri paesi latinoamericani, improntate su un concetto di nazionalità e di protezione che discrimina e rende impossibile l’affiliazione ai sindacati per i lavoratori stranieri, la CUT ha fino ad ora promosso le associazioni delle diverse comunità di immigrati, come Paraguayani, Haitiani e Boliviani, o definito accordi di collaborazione con le associazioni di assistenza di carattere umanitario, facendosi carico e denunciando le discriminazioni e le condizioni di vita, infra-umane che spesso queste persone, chiamate “invisibili” si trovano a dover subire nel silenzio e nella noncuranza delle istituzioni.
Per queste ragioni, la CUT ha visto nella CGIL, per la sua esperienza di assistenza agli italiani all’estero tramite l’INCA, e per il proprio modello organizzativo sindacale che si ispira ad una visione universale dei diritti ed alla piena integrazione, con pari diritti, di ogni donna ed ogni uomo, senza discriminazione alcuna di sesso, religione e nazionalità, il partner con cui costruire la propria politica e strategia di azione nei confronti del fenomeno migratorio.
Il protocollo sottoscritto, prima con la CGIL e, quindi, con INCA CGIL in Brasile, rappresenta questa precisa volontà di costruire un sistema integrato di assistenza, di tutela e di sindacalizzazione dei migranti, all’interno di una collaborazione strutturale che coinvolgerà l’intero corpo dell’organizzazione sindacale, a partire da alcune azioni pilota e da un processo di formazione in Brasile ed in Italia.
Si consolida, quindi, la strada di una politica di promozione e di difesa dei diritti dei migranti su scala globale, attraverso nuove forme di collaborazione e di cooperazione tra sindacati del Nord e del Sud, in questo caso, tra la CGIL ed i sindacati latinoamericani, con tutte le possibili ricadute sia sul versante italiano (oltre 400.000 immigrati latinoamericani lavorano e vivono in Italia) sia sul versante latinoamericano, rafforzando l’insediamento INCA CGIL e dei sindacati di quella regione, per una sempre più incisiva azione di tutela dei diritti umani e sindacali. Leggi
http://www.cgil.it/tematiche/Documento.aspx?ARG=INTL&TAB=0&ID=20662