SOCIAL CARD. FIGURACCIA DI POLITICI E GIORNALISTI. ASGI: ESTENDERLA A TUTTI

28 Nov 2014

 

Diversi esponenti di Forza Italia e della Lega Nord hanno rimediato una figuraccia protestando nei giorni scorsi contro l’estensione della social card agli immigrati. Così come l’hanno rimediata le testate giornalistiche, pressoché tutte, che alla protesta hanno dato spazio. Perché la social card è già prevista per i cittadini stranieri titolari di permesso per lungosoggionanti (la ‘carta di soggiorno’). Estese il beneficio la legge di stabilità 2013. In assenza di tale estensione l’Italia sarebbe incorsa in una procedura di infrazione della comunità europea. Evidentemente i suddetti politici non sanno cosa si fa in Parlamento e non leggono le leggi che poi criticano, così come le testate giornalistiche che dovrebbero verificare e approfondire. A generare l’equivoco è stato un emendamento alla legge di stabilità 204 presentato in Commissione Bilancio a Montecitorio con “l’obiettivo di porre rimedio alla situazione che si è creata a seguito della mancata conversione della norma contenuta nell’articolo 9 comma 15 del D.L. 150/2013 (decreto proroga termini). Tale disposizione garantiva la continuità del programma Carta Acquisti consentendo a Poste italiane spa di erogare il servizio di pagamento in favore degli aventi diritto alla social in attesa dell’espletamento della gara per la nuova aggiudicazione del servizio. Lo stralcio della norma in sede di conversione in legge del decreto avrebbe quindi come conseguenza la mancanza per Poste della titolarità giuridica ad effettuare il servizio. Poste spa dovrebbe quindi recuperare da questi soggetti indigenti le somme erogate da gennaio 2014 a marzo 2014, quando la società, dopo aver vinto la gara indetta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha stipulato il relativo contratto (24 marzo 2014)”.

In realtà, poi, come dice Asgi, la social card andrebbe estesa a tutti i cittadini stranieri. Con una lettera inviata al Governo e ai Parmamentari ricorda infatti che tutti gli stranieri titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare in Italia “beneficiano dello stesso trattamento riservato ai cittadini dello Stato membro in cui soggiornano” ( art. 12 della Direttiva 2011/98/UE del Parlamento e del Consiglio europeo ) per quanto riguarda (tra l’altro) le prestazioni di sicurezza sociale di cui al Regolamento CEE 883/2004, che all’art. 3 indica espressamente le “prestazioni familiari” e le “prestazioni di maternità” (e dunque certamente anche l’istituendo bonus bebè). Pertanto per Asgi la previsione del beneficio per i soli titolari di ‘carta di soggiorno’, qualora venisse riproposta, renderebbe la legge di stabilità ” illegittima e discriminatoria”.

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