07 Mag 2018 cgil, donne, ires, lavoro, osservatorio economia e lavoro, part time, sciopero, tasso disoccupazione femminile,
Il sondaggio di Osservatorio Via Emilia reso noto in questi giorni riporta le percezioni dei cittadini modenesi rispetto a come vedono l’andamento economico e sociale e tali percezioni spesso confermano i dati che sono usciti anche dall’Osservatorio sull’economia e il Lavoro che ha pubblicato l’Ires CGIL.
Come dire che i modenesi hanno ben chiaro quello che è successo in questi anni di crisi economica e che il primo elemento che sottolineano è che si comincia ad uscire dagli anni più critici, ma in condizioni di diseguaglianza più accentuate soprattutto per alcune fasce della popolazione come le donne e i giovani.
A sostegno di questa percezione infatti ci sono i dati dell’Osservatorio Ires che ci dicono che è cresciuto molto il dato di donne che sono disponibili sul mercato del lavoro, ma che non trovano uno sbocco occupazionale portando il tasso di disoccupazione femminile al 10,4% mentre per gli uomini si ferma al 4,2% ormai molto vicino al valore pre-crisi.
Quando poi questo impiego lo trovano le condizioni non sono favorevoli perché si tratta di contratti di lavoro precario o con nastri orari ridotti che si rivelano poi impossibili da gestire.
Cosa intendiamo?
Spesso le donne cercano contratti part time per conciliare gli impegni di cura familiare, ma in realtà i part time che trovano sono funzionali alle esigenze dell’azienda di comprimere i costi in certi momenti e che spesso poi chiede di dilatare o spostare gli orari rendendo impossibile gestire gli impegni familiari.
Quindi se il dato del part time è molto cresciuto a Modena in questo ultimo anno ( + 1586 unità ) spesso si tratta di part time cosidetto “involontario” cioè subito nelle modalità di gestione degli orari dalle lavoratrici, che frequentemente poi accusano disturbi di carattere psicologico e difficoltà a reggere i ritmi sfasati di questi contratti fino ad arrivare a rassegnare le dimissioni.
Sono tante le storie che arrivano, infatti, al sindacato di donne che hanno part time risicati ( anche 2 ore al giorno) alle quale poi viene chiesto di lavorare a tempo pieno nel fine settimana o nei momenti di punta e vengono sottoposte a ricatti se si rifiutato di presentarsi.
Sono ad esempio le donne dei piccoli esercizi commerciali, delle gelaterie e dei forni.
Le condizioni di lavoro del post-crisi sono sicuramente peggiorate a causa anche di minori elementi di difesa dei diritti contrattuali come la riduzione della tutela dell’art. 18, e il modello di sviluppo che va rivendicato anche nella nostra provincia deve rimettere al centro i temi della qualità del lavoro.
Per questo ad esempio la CGIL ha evidenziato nelle motivazioni dello sciopero di giovedì prossimo 10 maggio il tema del lavoro delle donne e della necessità di eliminare le differenze e rivendicare il rispetto dei diritti.
Modena, 7 maggio 2018
Sciopero provinciale Cgil 10 maggio. Il lavoro al centro, comunicato stampa 7/5/2018