12 Dic 2012
Secondo il VXIII Rapporto Ismu sulle migrazioni, al 1° gennaio 2012 per la prima volta in Italia la crescita della presenza straniera è sostanzialmente pari a zero. Vi sarebbero solo circa 27mila presenze in più rispetto al 1° gennaio 2011 (+0,5%). Un vero e proprio crollo rispetto al 2008-2009, anni in cui ancora si calcolavano aumenti annui di 500mila unità. Già nel 2010 vi era stato un rallentamento.Il numero degli immigrati presenti in Italia quindi è rimasto pressoché invariato: se al 1° gennaio 2011 si contavano 5 milioni e 403mila unità (regolari e non), a distanza di un anno se ne contano 5 milioni e 430mila.
Le cause della battuta di arresto vanno cercate nel perdurare della crisi economica. E se da un lato si emigra sempre meno verso l’Italia (e soprattutto si emigra sempre meno per motivi di lavoro), dall’altro aumentano i flussi in uscita dei cittadini italiani: nel 2011 i connazionali emigrati all’estero sono 50mila, il 9% in più rispetto al 2010 (in totale al 1° gennaio 2012 i nostri connazionali all’estero sono più di 4,2 milioni, non molto meno degli stranieri in Italia).
Tra gli immigrati regolarmente presenti nel nostro Paese, la nazionalità più numerosa è quella rumena con più di 1 milione di presenti, seguita dalla marocchina e dall’albanese (con 506mila e 491mila soggiornanti).
Diminuiscono del 26% gli irregolari stimati in 326mila unità, 117mila in meno rispetto ai 443mila calcolati al 1° gennaio 2011.
Sul fronte occupazionale il tasso di disoccupazione degli stranieri registra un aumento negli ultimi dodici mesi (dall’11,6% al 12,1%).
Aumentano i minori extracomunitari che passano dal 21,5% al 23,9%. In particolare la presenza dei minori extracomunitari nati nel nostro paese si accresce costantemente: secondo i dati del 2012 i nati in Italia sono ormai 500mila e rappresentano il 60% del totale dei minori stranieri.
Nonostante la battuta d’arresto dei flussi in arrivo, Ismu prevede che i residenti stranieri aumenteranno di circa 6 milioni tra il 2012 e il 2041, con un’incidenza che passerebbe dall’attuale 8% al 18%.
Si calcola inoltre che gli over 65 passeranno dagli attuali 100mila a oltre 1,6 milioni nel 2041, fino a raggiungere i tre milioni a fine 2060.
http://www.ismu.org/index.php?page=132#121211
http://www.ismu.org/file-download.php?id=5888http://www.ismu.org/file-download.php?id=5889