STUDENTATO SANT’EUFEMIA: BENE LA RIGENERAZIONE URBANA, MANCA LA RISPOSTA DI ALLOGGI A COSTI ACCESSIBILI. SENZA IL PUBBLICO LA SFIDA È INCOMPLETA

03 Dic 2024 affitti, caro affitti, modena, studentato sant'eufemia, studenti, studenti fuorisede, studenti universitari, sudent-housing, sunia, udu, unimore, università,

La riqualificazione dell’ex Caserma dei Carabinieri di Sant’Eufemia destinata a studentato per ospitare fino a 55 studenti, ricercatori e dottorandi fuori sede dell’Università di Modena e Reggio Emilia (UniMoRe), rappresenta certamente un esempio significativo di rigenerazione urbana trasformando spazi inutilizzati in risorse vitali per la città, riutilizzando l’esistente anziché costruire su terreni vergini.
“Ma la rigenerazione urbana, che pure è un intervento che va nella giusta direzione e che condividiamo – affermano Marcello Beccati (segretario Sunia Cgil) e Giammarco Fabiano (coordinatore sindacato studentesco UduMore) – non è una cosa buona di per sé, dipende a quali finalità è collegata e se produce risposte a bisogni sociali. Va bene la riqualificazione e la rigenerazione, ma se questo vuol dire affidarsi a soggetti privati per la locazione degli appartamenti e metterli al 70% a mercato e a 550 euro al mese di affitto, stiamo facendo un’operazione esclusiva e non inclusiva” commentano Beccati e Fabiano.
“Siamo consapevoli che il nuovo studentato di Sant’Eufemia con i suoi 55 posti letto non può da solo risolvere il problema della grave carenza di alloggi a prezzi accessibili per studenti a Modena. Ma soluzioni come quella di Sant’Eufemia, purtroppo, rischiano di essere esclusive e non accessibili a tutti – osserva Giammarco Fabiano di Udu Modena – Modena è una città universitaria, ma i suoi costi non sono alla portata di tutti. Gli studenti, specialmente quelli provenienti da famiglie con meno risorse, sono costretti a vivere in condizioni difficili, spesso lontano dalle strutture universitarie che potrebbero aiutarli a concentrarsi sullo studio”. Il rischio, secondo Udu, è che queste iniziative diventino riservate a una cerchia ristretta di studenti più benestanti, creando un ulteriore divario sociale tra gli universitari.
Sunia e Udu sottolineano la preoccupante assenza di un intervento pubblico a garanzia della sostenibilità sociale di progetti di student-housing come quello dell’ex Caserma la cui realizzazione e gestione sono interamente nelle mani di soggetti privati.
Il pubblico deve entrare in gioco in modo molto più incisivo. Non possiamo permettere che gli studenti diventino merce di scambio per il mercato immobiliare. La città ha bisogno di politiche pubbliche che intervengano direttamente nella creazione di alloggi accessibili, garantendo che la risposta alla carenza di posti letto non sia esclusivamente legata a logiche di profitto – affermano Beccati e Fabiano – La città di Modena deve fare di più per garantire che gli studenti, soprattutto quelli con redditi bassi, possano trovare soluzioni abitative adeguate. Non possiamo affidarci solo al mercato privato, che spesso non ha alcun interesse a mantenere i costi degli affitti sotto controllo”.
Per la creazione di una città universitaria inclusiva e sostenibile è essenziale che l’Amministrazione comunale di Modena e l’Università si facciano promotori di politiche abitative che vadano oltre la semplice riqualificazione degli spazi esistenti, traducendosi in un ampio piano di edilizia pubblica e di controllo degli affitti.
E’ indispensabile che il settore pubblico entri con forza nel processo, non solo come regolatore, ma come attore principale nella creazione di nuove opportunità abitative per tutti. La sfida di rendere Modena una città universitaria inclusiva e sostenibile è ancora lunga, e richiede una collaborazione continua tra pubblico e privato, con al centro il benessere della collettività.

Modena, 3.12.24

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