22 Set 2021 carpi, castelfranco emilia, cgil, delocalizzazione, mirandola, modena, pavullo, sassuolo, vignola,
Sul tema delle delocalizzazioni, che stanno desertificando il tessuto produttivo nel nostro Paese con alcune significative situazioni verificatesi anche nella provincia di Modena, intendiamo portare la nostra esperienza diretta al fine di rappresentare a chi lavora al progetto di legge la situazione reale. In tal senso crediamo che l’impianto complessivo di una nuova legge debba fondarsi sul concetto di continuità produttiva ed occupazionale e non solo sull’ipotesi di multe e sanzioni di cui si sente parlare. Invece, avremmo bisogno di regole, vincoli, tempi che permettano di operare in un sistema ben regolamento che impedisca di perdere posti di lavoro da un giorno all’altro.
La legge 428/90, che regolamenta ancora oggi i trasferimenti d’impresa, poteva essere idonea fino agli anni ’90 del secolo scorso quando i trasferimenti di aziende o di unità produttive avevano respiri d’azione territorialmente limitati restando principalmente nell’ambito della provincia. Ad esempio ampliare la produzione e trasferire l’unità produttiva da Modena a Sassuolo aveva sì effetti sulle persone coinvolte, ma nella maggior parte dei casi non così devastanti da costringere le persone stesse a rinunciare al posto di lavoro. Oggi, invece, le aziende si spostano nell’ambito di riorganizzazioni legate alla mera riduzione dei costi di lavoro spostando dalla sera alla mattina le attività produttive a migliaia di chilometri di distanza avendo come unico vincolo i 25 giorni di preavviso nel corso dei quali esperire una sorta di consultazione sindacale. Questo determina di fatto la perdita del posto di lavoro in quanto questa pratica precostituisce dei licenziamenti mascherati.
Crediamo che la priorità nella scrittura della legge sia affrontare questo tema assumendo come cardine la continuità occupazionale e rendendo disponibili ulteriori strumenti dilatando al contempo i tempi per trovare soluzioni alternative. Tale allungamento deve essere funzionale a determinare iniziative finalizzate alla continuità produttiva ed occupazionale in loco attraverso una gestione diretta o indiretta dell’impresa. Solo in un secondo momento di elaborazione della legge sarà opportuno comunque prevedere sanzioni che abbiano valenza realmente deterrente per le aziende che intendono delocalizzare. Solo con le multe e le sanzioni non si salvano i posti di lavoro. Crediamo sia indispensabile definire regole, attribuire responsabilità e definire percorsi certi che impediscano scelte unilaterali perché la libertà di impresa non si può scaricare sulla pelle dei lavoratori dimenticando completamente la responsabilità sociale che ogni impresa deve assumersi come previsto dall’artico 41 della Costituzione italiana.
Cesare Pizzolla
Componente della Segreteria Cgil di Modena
Modena, 22/9/2021