TORNA IL PRIMO MARZO

12 Feb 2013 mobilitazione,

Torna il Primo Marzo, l’appuntamento contro il razzismo e lo sfruttamento dei migranti che l’omonima Rete organizza ormai da alcuni anni. Nel manifesto/appello per l’edizione 2013 la rete scrive che la IV edizione “offre un rinnovato momento di impegno e di lotta contro sfruttamento e razzismo: una mobilitazione di migranti ed autoctoni per affermare la dignità dell’essere umano, il diritto alla libera circolazione, il valore del meticciato”, e indica gli obiettivi della nuova giornata di impegno: una nuova legge sull’immigrazione, la riforma della cittadinaza e il diritto di voto amministrativo, la chiusura dei Cie, la libertà di circolazione, una soluzione dignitosa per i profughi del Nord Africa e una nuova legge sull’asilo politico. Di seguito ecco cosa scrive la Rete nel suo manifesto/appello.

Una nuova legge sull’immigrazione. “La Legge Bossi-Fini – fucina di clandestinità, ricatti e oppressione – ha dimostrato da tempo di essere del tutto fallimentare; ma gli esecutivi che si sono succeduti non hanno neanche ventilato l’ipotesi di nuove norme quadro sull’immigrazione, perseverando in una politica securitaria, discriminatoria ed escludente. La Rete Primo Marzo chiede una nuova legge organica sull’immigrazione, che costruisca uno status giuridico per i migranti più forte e più certo, e cioè paritario, non punendo le vittime del sistema, ma i veri sfruttatori, in particolare perseguendo attivamente il caporalato e la tratta”.

Riforma della cittadinanza e diritto di voto amministrativo. “La campagna L’Italia sono anch’io ha promosso una proposta normativa per garantire i diritti di cittadinanza e il diritto di voto amministrativo agli stranieri residenti. L’impegno sinergico della Rete Primo Marzo, di sindacati, associazioni e partiti ha permesso la raccolta di migliaia di firme, dimostrando la sensibilità dei cittadini e mettendo ulteriormente in luce quello che da anni viene denunciato: il razzismo in Italia non sempre è una malapianta spontanea; più spesso è seminato dall’alto, sotto forma di leggi, atti amministrativi e propaganda. Siamo di fronte, insomma, al razzismo istituzionale, denunciato dal video La legge (non) è uguale per tutti e da un omonimo dossier di prossima pubblicazione realizzati dalla Rete Primo Marzo”.

Cie. “L’esempio più lampante del razzismo di Stato è certamente quello dei Cie. La campagna LasciteCIEntrare, che la Rete Primo Marzo ha promosso in collaborazione con molte realtà associative, ha recato finalmente luce su questa realtà occultata. La chiusura di tali luoghi è e rimane l’unica soluzione accettabile. Affinché i cittadini possano far sentire la loro voce è stata attivata la petizione online L’Italia è migliore senza i Cie”.

Libera circolazione. “La Rete Primo Marzo promuove con forza l’effettivo riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani alla libera circolazione, come stabilito dalla Carta Mondiale dei Migranti e dall’istituzione della Global Migrant Action del 18 dicembre. La negazione di questo diritto da parte degli stati nazionali si traduce in accordi infami tra i governi (come quelli Italo-libici) e al dubbio operato di agenzie Ue quali Frontex, che hanno portato a respingimenti arbitrari, con conseguente detenzione illegale, torture e morte ai confini della fortezza Europa. La Rete Primo Marzo ribadirà il suo impegno per il diritto alla libera circolazione partecipando al Forum Sociale Mondiale di Tunisi”.

Profughi del Nord Africa e diritto d’asilo. “La crisi del Nord Africa ha evidenziato come la politica italiana sia stata incapace o indisponibile ad una gestione almeno sensata di un consistente afflusso di profughi. Malgrado siano stati stanziati fondi ben superiori rispetto all’accoglienza ordinaria, a quasi due anni di distanza dall’inizio dell’emergenza, siamo ben lontani da una soluzione dignitosa. Il 28 febbraio, scade la proroga decisa dal Governo. Le pratiche relative al rilascio del permesso umanitario, richiesto fin dall’inizio dalle associazioni, sono clamorosamente ancora in corso. L’obiettivo dell’inserimento socio-lavorativo dei migranti è stato ottenuto in casi sparuti, mentre è prevalso lo spreco e la negligenza nella logica della segregazione”. Per questi motivi la Rete chiede “una legge organica sull’asilo politico e la proroga dell’emergenza Nord Africa fino a che tutti i profughi abbiano concluso l’iter per la richiesta d’asilo e monitorando l’attivazione di un serio percorso per l’inserimento sociale”.

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