TRATTA. ITALIA BOCCIATA

30 Set 2014

 

In Italia non c’è sufficiente attenzione alla tratta degli esseri umani.

La bocciatura è nel primo rapporto sul nostro Paese del GRETA, il gruppo di esperti del Consiglio d’Europa che si occupa del problema.

La scarsa attenzione dell’Italia è denunciata dal numero delle persone assistite: 4.530 persone tra il 2011 ed il 2013, cioè un numero insignificante rispetto all’estensione del fenomeno. Ed è denunciata anche fal fatto che tra il 2009 e il 2012 migliaia di mercanti di schiavi sono andati sotto processo, ma ci sono state appena 14 condanne nel 2010 e solo nove nel 2011.

«I dati forniti non rivelano la vera ampiezza del fenomeno del commercio di nuovi schiavi», è scritto nel rapporto, perché, è l’accusa, in Italia non ci sono meccanismi adeguati a individuare le vittime, per raccogliere i dati e, appunto, si presta «insufficiente attenzione alle tratte che non hanno come scopo lo sfruttamento sessuale». E, infatti, pressoché nulla si fa per gli sfruttati dal caporalato agricolo, le badanti, le collaboratrici domestiche e i minori avviati all’accattonaggio.

Il rapporto sollecita ad adottare un piano d’azione nazionale e a dotarsi degli strumenti di cui si sono già dotati altri Stati che sono Paesi di arrivo e transito di vittime del traffico..

Sottolinea anche i problemi riguardanti la cooperazione giudiziaria con i Paesi al di fuori dell’Ue, quelli da dove vengono vittime e sfruttatori.

Il GRETA ha anche pubblicato i suoi primi rapporti su Andorra, Islanda, Italia, San Marino e Ucraina.

Il GRETA nota che l’Andorra è in procinto di adottare una legislazione che criminalizza la tratta di esseri umani e chiede che ciò avvenga quanto prima. Sottolinea inoltre la necessità di creare consapevolezza sulla tratta di esseri umani sia tra l’opinione pubblica sia tra i professionisti che hanno possibilità di entrare in contatto con le vittime.

Per l’Islanda, il GRETA esorta le autorità a istituire un meccanismo di riferimento nazionale formalizzato per le vittime e per combattere la tratta per lo sfruttamento del lavoro. Particolare attenzione deve essere inoltre rivolta all’individuazione delle vittime tra bambini non accompagnati, lavoratori migranti e richiedenti asilo.

Quanto a San Marino, il GRETA ritiene che siano necessarie ulteriori misure di sensibilizzazione e che debbano essere intraprese azioni per fornire agli stranieri impiegati come lavoratori nazionali, badanti e lavoratori stagionali, informazioni in modo sistematico sia sui loro diritti sia sui rischi della tratta.

Infine, il rapporto sull’Ucraina mette in evidenza la necessità di affrontare tendenze emergenti come l’intensificarsi della tratta per lo sfruttamento del lavoro, la tratta interna e la tratta di stranieri all’interno del paese. Il GRETA esprime profonda preoccupazione per le conseguenze che l’attuale crisi in Ucraina ha sulle attività anti-tratta e per il numero crescente di persone vulnerabili alla tratta.

Punto di riferimento del Greta è la Convenzione del Consiglio d’Europa, un trattato giuridicamente vincolante che stabilisce una serie di misure per prevenire la tratta, proteggere le vittime e perseguire i criminali. Finora è stata ratificata da 41 dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa e dalla Bielorussia.

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