27 Apr 2015
di Ciro Spagnulo
I 900 annegati del 19 aprile non sono morti per una tragica fatalità. Sono stati uccisi. Ed altri lo saranno. Così vogliono le scelte politiche e le leggi. Perciò non crediamo all’Europa quando dice che l’ultima strage rappresenta un punto di svolta. Lo dice ad ogni strage. Non crediamo alle sue lacrime e alla sua rabbia. Come ad ogni strage, le lacrime sono di circostanza e la rabbia è falsa. Se così non fosse, già da tempo avrebbe smesso di innalzare muri e di criminalizzare chi vuole oltrepassarli. Esisterebbero, invece, vie di accesso legali, il Regolamento di Dublino sarebbe un arnese dismesso e la vita umana, come valore primario di tutti, avrebbe spazzato via gli egoismi nazionali, le paure, il cinismo. Ma egoismi nazionali, paure e cinismo costituiscono ancora il suo cuore oscuro. Lo dimostrano le conclusioni del Consiglio Europeo Straordinario del 23 aprile, che riconfermano le posizioni di sempre, quelle che uccidono.